Sembra che la sindaca si sia convinta sugli avvicendamenti a 'Musica per Roma', o Auditorium che dir si voglia, che è il fiore all'occhiello della cultura capitolina, nonostante la Raggi.
Sembra si sia convinta a lasciare al suo posto Dosal - che, lo ripetiamo fino alla noia , sembra aver fatto molto bene i questi anni - ma come direttore generale (ora è amministratore delegato a 230.000 Euro di compenso per anno) a patto che si tagli lo stipendio. bella pretesa!
In fatto di compensi la sindaca ricordi che anche Fuortes ( Opera di Roma) e dall'Ongaro ( Accademia di santa Cecilia), toccati dagli avvicendamenti prossimi, percepiscono compensi simili, anzi superiori di poco: 240.000 Euro. Anche quelli sta pensando a tagliare? Giusto!
Come presidente, al posto dell'industriale del sigaro toscano Aurelio Regina, potrebbe arrivare quell'avvocato nel cui studio Lei giovanissima fece il suo praticandato, e cioè l'avv. Sammarco.
Se poi ripiegasse su suo marito, nessuno oserebbe obiettare alcunché: resterebbe comunque tutto in famiglia.
E, ancora in tema di famiglia, pare che nel CdA dell'auditorium - a quel che si legge su Repubblica di oggi - voglia metterci come suo rappresentante il capo del cerimoniale in Campidoglio, cosi alla prossima Festa del Cinema farà sfilare sul red carpet solo quelli che vuole lei.
Sempre su Repubblica si legge che la sindaca ha incaricato l'appena nominata assessore al verde, di vagliare il curriculum dei candidati ai vertici delle altre due istituzioni culturali strategiche della Capitale, e cioè il Teatro dell'Opera dove dal 2013 regna indisturbato Carlo Fuortes e la sua corte, e l'Accademia di santa Cecilia, dove dal 2015 è presidente -sovrintendente Michele dall'Ongaro, che perfino noi vedremmo volentieri rispedito a casa. Non alla Rai, da dove è andato via esattamente cinque anni fa e dove nessuna legge gli dovrebbe consentire di tornare.
Ora sul prossimo destino di Fuortes sembra non esserci dubbio alcuno che resterà all'Opera. Glielo ha assicurato la stessa sindaca quando presa sottobraccio dal lui ha percorso il red carpet del teatro, ad ogni 'prima' vestita a festa. E poi, Fuortes gli ha dimostrato eterna devozione rinunciando alla Scala, senza che nessuno glielo avesse chiesto e prima ancora che chicchessia potesse chiederglielo. Lui ha detto: non vado alla Scala, resto a Roma, e Virginia ha raccolto quel gesto di devozione e dedizione(?) E qui sarebbe stato opprtuno che qualcuno gli avesse domandato: chi le ha chiesto di restare a Roma, caro Fuortes?
Ecco perchè si pensa che la Raggi lo abbia rassicurato sulla sua conferma all'Opera.
Diverso il caso dell'Accademia di santa Cecilia, dove la sindaca non c'entra una mazza - ci si perdoni l'espressione di gergo - e Repubblica avrebbe dovuto saperlo.
Il sovrintendente-presidente dell'Accademia lo nominano - le tornate elettorali cominceranno fra breve - gli accademici ceciliani, e tale nomina viene poi ratificata dal ministero; il Comune lì ci mette semmai un suo rappresentante nel popoloso CdA, affollato di altre accademici ceciliani e di rappresentanti del mondo imprenditoriale e di qualche mammasantisima-prezzemolino come Gianni Letta che sta lì anche per amore della musica ma forse-qualche dubbio ce l'hanno in molti - non meno per proteggere, negli affari, qualche membro della sua famiglia che si è aggiudicata la gestione dei bar del complesso ed anche il servizio di catering - ottimo occorre riconoscerlo! - in molte occasioni, e non solo sotto l'attuale gestione, bensì dai tempi di Bruno Cagli sovrintendente.
Zitto zitto, cacchio cacchio - come si dice a Roma - Letta senior non aveva ottenuto altrettanto per il famoso G8 che si svolse all'Aquila, dopo il terremoto, complice anche Bertolaso?
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