giovedì 28 novembre 2019

Giggino Di Maio pone il veto sulla nomina di Mario Orfeo alla direzione del TG3 Rai. Un semi analfabeta che esercita con prosopopea il potere

Prescindiamo dal fatto che Orfeo ci possa essere simpatico o antipatico - sinceramente non sapremmo dirlo, diciamo che ci è indifferente - ma  non possiamo  non considerare come un gravissimo sopruso di Di Maio, il fatto che non  lo voglia direttore del TG3 Rai, dopo aver diretto TG1 e TG2, e prima ancora anche un quotidiano, ed essendo anche stato direttore generale. E questo perchè?  Perchè quando era direttore del TG1- a quel che si dice - non avrebbe dato ai Cinquestelle, anche nella persona della Raggi, lo spazio che essi pensavano di meritare. A questo punto la vendetta e lo stallo delle nomine in Rai. Cosa può fare Giggino, ex venditore di popcorn nello stadio di Napoli, una volta assurto al governo del Paese!

Direte : e Salini che della Rai è amministratore delegato e dunque con ampi poteri, che fa sta zitto e abbozza?  Risposta: Salini è lì per volere dei Cinquestelle, dunque ubbidisce al capo politico, quand'anche semianalfabeta. Questi, in ogni fase del suo potere di governo, si occupa sempre e prevalentemente di ciò che non fa parte delle mansioni del dicastero occupato, come di tv  nel nostro caso, mentre dovrebbe fare il Ministro degli Esteri. 

Al posto di Salini, imposto il veto alle nomine approntate dopo lunghe ed estenuanti trattative, ci saremmo dimessi, tanto prima o poi - più prima che poi - anche Salini, manager televisivo scelto anche per le sue competenze, va a casa, indipendentemente dai risultati raggiunti. Tanto vale andarsene un pò prima senza fare la figura  del...

 Ma non è solo questa la ragione dell'immobilismo titubante di Salini. Ce n'è un'altra.  Il giro di nomine che si sarebbe dovuto avviare andava a rompere le uova in casa Salvini; e Salini, che non sa ancora che aria tirerà  prossimamente, preferisce non mettersi di traverso alle mire del 'Nero'; che, se per disgrazia dovesse tornare a governare,  sicuramente ripristinerebbe ovunque gli equilibri precedenti al governo 'giallorosso'; e, in tv, Salini  riceverebbe il benservito.

Già, l'altra anomalia del nostro paese è che i governi nel primo anno di azione lavorano a distruggere ciò che il precedente ha fatto -imitando naturalmente i  governi precedenti - e solo dopo, sempre che avanzi tempo in un paese in cui i governi cambiano senza attendere la conclusione della legislatura , si dà il via alla cosiddetta 'pars costruens'.

Tralasciamo i proclami di politici e manager alla vigilia dei loro  rispettivi incarichi, - e rileggere anche quelli di Di Maio, quando era all'opposizione, sulla Rai 'depredata dai partiti' servirebbe a poco -  dal primo minuto dopo il loro insediamento si capisce chiaramente che erano carta straccia e fumo negli occhi.

Ma aggiungiamo, per concludere, che se ciò avviene è perchè sia gli uni - i politici - che gli altri -  i manager -  non sono quasi mai  i migliori esponenti della società di qualunque paese. Ne siamo convinti.

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