D’altra parte si trattava di una novità assoluta e un certo scetticismo era comprensibile di fronte a un’opera lirica della durata di soli otto secondi che suscitava curiosità e forse un po’ di timore per quella che avrebbe potuto essere la risposta del pubblico. Lucca attendeva da settimane questo momento che gli appassionati non hanno voluto perdersi, assistendovi comodamente seduti nel posto prenotato (gratis), come per un qualunque altro spettacolo. Quasi tutti vestiti in abiti eleganti. Raffinate toelette e acconciature fresche di parrucchiere per le signore, giacca e cravatta e addirittura molti smoking per gli uomini. Tanti i giovani e giovanissimi, anch’essi in abiti classici.
La performance è andata in scena alle 20 esatte, quando in platea è sceso il silenzio e l’Orchestra Sinfonica Città di Grosseto composta da una quarantina di elementi ha preso posto sul palco. A dirigerla il Maestro Diego Sanchéz Haase, venuto apposta dal Paraguay che, all’arrivo del soprano Maria Elena Romanazzi, ha dato il via all’opera sotto un grande cronometro. Otto secondi dopo si è palesato anche il maestro Girolamo Deraco, l’autore di quella che il direttore artistico del teatro del Giglio Aldo Tarabella ha definito «una splendida follia musicale».
Tanti gli applausi del pubblico che chiedeva invano il bis. Ma così era deciso e poco dopo il sipario si è chiuso. «Un colpo di genio - così il musicologo Renzo Cresti ha definito l’originale lavoro teatrale - che non è certo una provocazione, poiché dietro c’è una precisa idea drammaturgica e la musica, seppur breve, esprime un chiaro concetto di opera, facendo combaciare un libretto in tempi brevissimi». Deraco ha saputo trovare la chiave giusta per sorprendere il pubblico. Che, forse ancora non è preparato a novità come questa, ma che, vista l’inaspettata partecipazione, lascia spazio a nuovi orizzonti, pur non rinnegando il teatro di tradizione che mai tramonterà.
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