Non c'è giorno che non ci capiti di notare, negli annunci o nelle cronache musicali, accanto agli inglesismi fuorvianti - conduttore al posto di direttore, il più usato di questi tempi - le espressioni fantasiose ma stupide - come le bacchette che dirigono o si abbassano o alzano su questo e quello - un uso smodato di preposizioni che spazzano via, senza ragione, le congiunzioni, la più usata di tutte è 'TRA'.
Anche ieri, nell'annunciare il programma di un concerto, il Trovaroma ( allegato il giovedì al quotidiano La Repubblica, che in questo uso malato si distingue nettamente dagli altri, scrive della violoncellista Sol Gabetta, nel sommario della presentazione, che sarà "in concerto TRA Schumann e Britten", mentre ha titolato, in apparente contrasto con il successivo sommarietto, ' Sol Gabetta suona Chopin".
Uno allora si chiede: Sol Gabetta, inizialmente indecisa fra due autori, Schumann e Britten, alla fine ha deciso per nessuno dei due ma per un altro, andando sul sicuro, cioè su Chopin (fra due litiganti, un terzo gode).
Quindi nè Schumann nè Britten ma Chopin. E allora, magari, uno, decide di andare al concerto proprio per Chopin. E, invece, arrivato al Teatro Argentina, sede romana del concerto, per conto della Filarmonica, vede che in programma c'è sì Chopin, ma anche Schumann e Britten.
Da dove è nato questo equivoco? Dall'uso smodato e controsenso della preposizione TRA, alla quale il pigro titolista dell'inserto romano del quotidiano si rivolge ogni volta che in programma ci sono diversi autori, che è poi, specie nelle stagioni cameristiche, la norma. Lui ne sceglie due nel mazzo e li utilizza nel titolo, interponendo fra i nomi la tragica ma innocente preposizione: TRA.
Chi legge quel TRA sul quotidiano romano, sa che non deve attendersi nulla di buono. Perchè il pigro, criminoso e fuorviante titolista, non lo pone fra il primo e l'ultimo autore in programma, secondo l'ordine di esecuzione, o andando dal più antico al più moderno, o secondo una altro criterio che sinceramente non sappiamo suggerirgli, ma a casaccio, e perciò deve attendersi di tutto. Magari quella volta, per un guizzo di intelligenza, gli è saltato in mente di mettere la preposizione fra due autori minori, regalando all'ascoltatore la piacevole sorpresa che nel mezzo, fra i due, c'è un gigante della musica. Insomma a causa di quel TRA ci si può attendere qualunque cosa, anche sorprese, qualche volta addirittura piacevoli.
Non sarebbe meglio, forse, evitare qualche TRA di troppo e tornare alla vecchia, più normale e più chiara congiunzione, come la semplicissima luminosa E - che, oltre tutto, fa risparmiare anche due lettere?
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