Sulla opportunità di ospitare nei palazzi del potere la musica, abbiamo sempre nutrito la convinzione della sua necessità. Anche dopo che l'attuale Pontefice l'ha evidentemente snobbata, dichiarando di avere altro da fare, più importante, ogni volta che avrebbe potuto (e dovuto) assistere ad un concerto in Vaticano - mentre ha trovato ogni volta il tempo per intrattenersi anche a lungo con giocatori di calcio. Ad ognuno, pure al Pontefice, i suoi hobby!
Ma, oltre che convinti della necessità che i Palazzi del potere ospitassero la musica che dell'Italia è vanto, durante tutta la storia e nel mondo, siamo altrettanto convinti, all'esame dei fatti, che tale presenza od ospitalità occasionale, sia stata sempre SCIUPATA, o sfruttata per fini tutt'altro che leciti.
Tralasciamo il Quirinale, dove da molti anni la musica è di casa, con I Concerti del Quirinale della domenica, in collaborazione e per l'organizzazione di Radio 3, un tempo direttamente da Michele Dall'Ongaro che negli anni di sua permanenza in Rai se ne è servito come 'merce di scambio' con molti interpreti regolarmente invitati (come abbiamo documentato ampiamente per difenderci, in tribunale, dall'accusa di calunnia rivoltaci da Dall'Ongaro. Il quale, avendo stabilito - per un minimo di decenza - che la sua musica non venisse trasmessa alla radio dove aveva la responsabilità della programmazione musicale, contraccambiava gli esecutori che gli eseguivano altrove la sua musica o addirittura gliela commissionavano, invitandoli a suonare ai Concerti del Quirinale) ed ora da Stefano Catucci (?), perchè in qualche modo, salvo eccezioni, i musicisti invitati potevano vantare carriere luminose, anche se al tramonto, oppure esordi folgoranti, o, infine, l'interesse e la novità del repertorio praticato.
Tutto questo per dire che, in certo modo, la qualità, nelle stagioni de I Concerti del Quirinale, è tutelata. Mentre non lo è affatto in tutti gli altri palazzi del potere, in tutte le occasioni nelle quali le autorità decidono di ospitare la musica. Dal concerto di Natale, al Concerto per le donne, a quello per le vittime delle mafie o delle guerre... Ogni volta, con nostra grande sorpresa, vediamo l'occasione sciupata, presentandosi davanti ai nostri occhi un teatrino con attori sconosciuti per nulla accreditati nel mondo della musica. Perché le decisioni vengono prese da chi di musica non capisce nulla - ed è la gran parte dei casi - e dove basta avere qualche buona entratura e la cosa è fatta.
E dove può anche accadere, laddove gli interpreti siano conosciuti, che, non essendosi calcolata la durata della musica prescelta in relazione alla 'diretta' televisiva, si sia stati costretti a tagliarla senza rispetto, in maniera grossolana e volgare, oltre che offensiva. E' accaduto alla Petite messe sollennelle di Rossini, diretta dal pianoforte, anni fa, da Michele Campanella in Senato, interrotta a metà, per la fine del collegamento. Ma Campanella non sapeva della durata della Messa e di quella della diretta televisiva? Perchè non ha scelto altra musica?
Tornando, infine, al Quirinale, ci piacerebbe ,e sarebbe anche opportuno che, in occasione di visite di Stato, volendo offrire all'ospite di riguardo, un concerto, non ci si rivolga a vecchie glorie in disarmo oppure giovani di - forse - belle speranze. Il Quirinale, per simili occasioni straordinarie dovrebbe mostrare, come fa nel pranzo di gala con le eccellenze culinarie italiane, le eccellenze musicali, ma quelle vere.
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