Terminato il lungo restauro, il grande affresco di Piero della Francesca, La Resurrezione, è tornato a risplendere nelle sale del Museo Civico di Sansepolcro. Il restauro che ha restituito all'affresco colori vivaci e fatto emergere particolari, soprattutto nel paesaggio, prima coperti dalla patina del tempo - da quando l'affresco è stato dipinto ad oggi sono trascorsi oltre cinquecento anni, senza che fosse mai prima sottoposto ad un restauro radicale - è stato reso possibile dalla munificenza di un cittadino svizzero che molti anni fa aveva lavorato da dirigente alla Buitoni che aveva sede proprio a Sansepolcro. il cav. Osti , il quale ha donato 100.000 Euro ai quali si sono aggiunti i 40.000 messi dal Comune, e che hanno rappresentato il costo totale del restauro, durato 18 mesi.
Se non ci fosse stata la donazione del cav. Osti, quanto altro tempo avrebbe dovuto attendere per il restauro il famoso dipinto? Franceschini , che spende una ventina di milioni del Ministero per ricostruire la platea lignea del Colosseo - dove speriamo che lo sbranino i leoni dell'opinione pubblica - non aveva i soldi, pochi tutto sommato, necessari per restaurare uno dei più famosi dipinti di uno dei più grande artisti in assoluto?
Sansepolcro, impegnandosi nel restauro ha voluto compensare quella Resurrezione ed il suo autore che altre volte l'avevano salvata dalla distruzione.
Ed una su tutte, nel 1944, raccontata in un commovente resoconto da un ufficiale inglese, cui è intitolata una strada a Sansepolcro, il quale non bombardò la città - come gli era stato ordinato - perchè ricordandosi di aver letto in gioventù un celebre passo dello scrittore Huxley il quale scriveva di aver visitato a Sansepolcro La Resurrezione di Piero della Francesca, la più bella pittura del mondo, non volle rendersi responsabile di una sua possibile distruzione, a causa del bombardamento.
Terminato l'assedio alla cittadina, il capitano Anthony Clarke - questo era il suo nome - entrò in città e si recò immediatamente a vedere se La Resurrezione era intatta. Il suo racconto, estasiato, alla vista dell'affresco è commovente.
In ricordo di quel salvataggio di Sansepolcro da sicura distruzione, ad opera della bellezza, nel 2012, quando Sansepolcro celebrò il millenario dalla sua fondazione, il sindaco, Daniela Frullani, ci chiese di pensare ad una degna celebrazione, che noi progettammo fin nei particolari, e che ebbe luogo il 29 settembre nella sala della Resurrezione del Museo Civico, sotto gli occhi del Cristo risorto di Piero.
Ecco come andò la cosa. Sottoponemmo al m. Sciarrino per l'occasione una nostra idea, certo impegnativa, ma che il musicista avrebbe accolto in pieno se la nostra proposta gli fosse giunta con il necessario anticipo. Gli proponemmo di scrivere una sorta di 'Via musicae' o 'Via artis', sulla falsariga dei 'Quadri di un'esposizione' di Mussorgsky, sapendo della passione e conoscenza che dell'arte aveva il maestro e delle ricchezze pittoriche di cui Sansepolcro è depositaria, da Raffaellino del Colle (Madonna delle Grazie), a Luca Signorelli (Crocifissione) a Rosso Fiorentino ( Deposizione) alla Resurrezione. La 'via artis' avrebbe dovuto contemplare alcune stazioni nei luoghi in cui ammirare tali opere, per concludersi sotto La Resurrezione , partendo dalla Crocifissione di Luca Signorelli. Fra le varie stazioni, che sicuramente Sciarrino avrebbe saputo 'inventarsi', un interludio strumentale - pensavamo alla 'promenade' dei Quadri - magari rifacendosi alla grande tradizione strumentale italiana antica.
Alla fine Sciarrino, per varie ragioni, prima fra tutte il fattore 'tempo', optò per la scrittura del Quartetto n.9 per archi - eseguito in prima assoluta sotto il famoso affresco, dal Quartetto 'Prometeo' - che volle comunque dedicare a Piero della Francesca, cui diede il titolo :Ombre nel mattino di Piero.
La serata celebrativa del 29 settembre risultò così articolata. In apertura tre brani per quartetto d' archi di Sciarrino , elaborazioni di Sonate di Domenico Scarlatti; nel mezzo il racconto del diario del Capitano Clarke proposto con grandissima efficacia e partecipazione da Fabrizio Gifuni e, a conclusione, l'esecuzione del nuovo Quartetto, commissionato al musicista dal Comune di Sansepolcro, per il millenario della città.
Il Comune accettò quella nostra proposta celebrativa, volendo in certa maniera tornare ai tempi antichi quando una festa comportava quasi sempre l'inaugurazione di una opera nuova o l'esecuzione di una musica scritta per l'occasione, ma anche perchè il connubio fra arte del passato (l'affresco di Piero) e arte del presente ( Quartetto di Sciarrino) aveva convinto sia Sindaco che Assessore alla cultura.
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