Notizie di disordini, disservizi, anche veri e propri casini, si susseguono in questa giornata elettorale, piovosa, di inizio marzo.
A Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma, dove sono accatastati i plichi pervenuti dai 700 seggi circa esteri - per 4.000.000 circa di voti che potrebbero fare la differenza per una partita difficile che rischia di finire con uno zero a zero- come ha detto ironicamente Fiorello - stamani erano convocati , alla stessa ora per lo spoglio circa 9000 fra scrutatori e presidenti di seggio. Naturalmente si è creata una lunghissima fila, un ingorgo che ha mandato a casa alcuni di quei 9000, con il risultato che alle 20 alcuni 'seggi' non erano stati ancora aperti. E dunque le operazioni di scrutinio per questi ed anche altri motivi ( schede sbagliate, nomi diversi da quelli candidati in alcune città ecc... ecc...) i risultati, a partire dalle le proiezioni tarderanno ad arrivare.
Ma i disagi maggiori si sono verificati in moltissimi seggi, dove l'affluenza registrata evidentemente non era prevista dai sondaggisti che ogni giorno facevano aumentare le percentuali degli indecisi e di coloro che non sarebbero neppure andati a votare. Ed invece sono andati, in gran parte persone dai sessanta in più, come ci è capitato di constatare personalmente anche a noi,. al seggio di via Fucini a Roma. Dove le file fuori della varie sezioni , intorno alle 11 erano lunghissime, ed hanno di conseguenza generato malumori e proteste.
Chi era a capo del seggio, ha voluto rasserenare dando la colpa a quel bollino antifrode che quest'anno era apposto sulle schede per le politiche, Bollino che recava un codice che andava annotato, poi riscontrato dopo il voto, staccato dalla scheda,che il presidente e solo il Presidente poi metteva nell'urna. Si certo quella duplice operazione ha rallentato le operazioni di voto.
Vero, ma la ragione principale era l'inadeguatezza dei componenti il seggio, tutti giovani, in cerca di quei quattro soldi che guadagnavano in una giornata di lavoro, ma che erano assolutamente incapaci, inadatti e dunque lentissimi. Ci mettevano un sacco di tempo per annotare il codice e per il riscontro del medesimo codice successivo al voto. Si vedeva chiaramente che avevano una forte difficoltà a scrivere (ed anche a leggere). Con l'aggiunta della incapacità del presidente di distribuire le mansioni all'interno del seggio, composto solitamente da cinque o sei scrutatori.
La sensazione che abbiamo riportato, dopo essere rimasto per qualche tempo nel seggio per seguire come procedevano le operazioni di voto, è stata che tanti giovani oggi non completano gli studi e restano dunque semi analfabeti, fermandosi alle medie. Non leggono, non scrivono più a causa di quei dannati telefonini e computer che semplificano certo la vita ma che disabituano a scrivere, e quando sono costretti a farlo per un lavoro saltuario, molto saltuario, come è quello del seggio elettorale, fanno cilecca. E' questa l'Italia che ha meno laureati di ogni altro paese europeo, e che fa di tutto, col succedersi dei governi riformatori, per tenere lontano dall'università il maggior numero di giovani.
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