Marco Lillo, l'ottimo cronista del Fatto Quotidiano, qualche giorno fa ha voluto, a modo suo - cioè all'incontrario - fare gli auguri all'ex presidente del senato Renato Schifani, ancora candidato per FI.
Ha raccontato che lui, come altri suoi predecessori, anche cessato l'incarico, gode di privilegi che non sarebbe esagerato chiamare soprusi e perfino furti a danno dei cittadini che, per la sua presidenza, devono continuare a pagargli i conti, anche dopo che è terminata.
Si tratta di cose ben note, tante volte ne abbiamo scritto anche noi in passato, a proposito di Irene Pivetti che, anche quando aveva smesso di fare la presidente della Camera dei Deputati e faceva la soubrette in tv, godeva di segreteria, macchina, ufficio ecc...
Marco Lillo aggiunge un particolare, e cioè la dotazione di 17.000 Euro mensili di cui l'ex dispone per collaborazioni, specificando che nel caso di Schifani lui li avrebbe utilizzati avviando contratti di collaborazione sia per la fidanzata di suo figlio che per la di lei madre. Persone competentissime nei campi in cui sarebbero utilizzate dallo Stato italiano, al servizio di Schifani, ma comunque di famiglia - acquisita.
C'è da meravigliarsi? Ma come si può quando da qualche settimana si assiste alla saga campana di De Luca, il governatore. Lui governatore, suo figlio candidato al Parlamento e l'altro suol figlio assessore, beccato dai giornalisti di Fanpage a concordare mazzette, e costretto a dimettersi? E quando a proposito dell'altro figlio, il candidato al Parlamento si scopre che avrebbe ottenuto un incarico all'Università presentando due lavori, uno dei quali redatto secondo il sistema 'Marianna Madia', cioè copiando senza citare la fonte?
Vorremmo invitare Lillo ad andare a fondo sulla sua inchiesta, e controllare anche le consulenze che i Presidenti del Senato hanno fatto durante i loro incarichi, dal 2002 al 2013 ( XIV e XVI, saltando la XV legislatura). Fra le tante consulenze ve ne è una 'per i concerti al senato' - tanto intensa era l'attività musicale al Senato - per la quale, per un decennio circa, i diversi presidenti hanno pagato un signore, della cui consulenza potevano sinceramente fare a meno. Sia perchè ancora plurioccupato nonostante l'avanzata età della pensione ( quando ha iniziato aveva già 75 anni, e quando ha finito e alla fine 85) sia a causa dei risultati mediocri e dozzinali della sua consulenza. Controlli Lillo e poi ci dica.
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