A giudicare da quello che dicono tutti, senza eccezione, i protagonisti della corrente campagna elettorale che porterà alle votazioni del 4 marzo - sia politiche che regionali - niente è ancora chiaro di come evolverà la situazione politica in Italia.
Intanto Mattarella, il presidente, ha messo un cane da guardia, nella persona di Gentiloni, nel caso ci fosse un assalto alle derrate o alla diligenza - come del resto tanti temono.
Tutti vanno raccontando che vinceranno le elezioni: ne sono certi i Cinquestelle che saranno incoronati primo partito d'Italia - gli elettori non si faranno condizionare dalle brutte esperienze amministrative, come quella romana della Raggi che, comunque, in queste settimane si sta dando tanto da fare per non danneggiare ancora di più il Movimento.
Ostentano sicurezza anche le destre che, come coalizione, superano anche i Cinquestelle e potrebbero anche avere la maggioranza richiesta per governare. Sì, ma chi? Berlusconi, che tiene insieme con uno sforzo sovrumano ( così sovrumano che in questi giorni ha avuto un affaticamento ed ha dovuto interrompere le sue comparse pubbliche e tv), non può, anche perchè Strasburgo non risponderà alla sua richiesta di 'riabilitazione' politica prima di quelle data; Salvini, neanche lui, anche se lui vorrebbe mentre non lo vuole nessun altro, neppure Berlusconi che è costretto a rassicurare i partners europei sulla 'incandidabilità' del suo socio 'preelettorale' per tutt'altre ragioni rispetto alle sue.
Sarà il partito di Renzi a vincere le elezioni? Lo va dicendo dopo che in queste ultime ore c'è stato un balzo in avanti, come di una tartaruga, nei sondaggi del PD. Renzi sbandiera che ha pronta la squadra più efficiente e preparata ( ma naturalmente, anche se non lo dice, Renzi, non pensa alla squadra guidata da Gentiloni, mai sbaraccata per volontà di Mattarella che teme il peggio), e pensa ancora che a guidarla possa essere richiamato per la seconda volta proprio lui. Chi altro?
Tutti come si vede sembrano malati di una identica malattia, quella della sopravvalutazione delle proprie forze, dimenticando che lo stress elettorale può giocare un brutto scherzo a chi non sa riposarsi ogni tanto dalle fatiche, prendere fiato e proporre ricette sensate per guarire definitivamente il nostro paese dai suoi mali: di impreparazione, millanteria, impresentabilità soffrono molti chiamati a consulto al capezzale della nazione febbricitante. E poi il debito pubblico, che pesa come un macigno, preme sul petto dell'Italia, impedendole di respirare a pieni polmoni e di guarire.
E per questo tutti attendono gli esami del 4 marzo. Gli esami delle URINE.
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