A Roma non serve spiegare chi è Anna Coliva. Basti sapere che la direttrice della Galleria Borghese, frequenta tutti i salotti bene della Capitale, ha agganci con tutti gli ambienti che contano ed è stata l'unica di direttrice di museo ad essere confermata dopo la rivoluzionaria 'riforma' Franceschini: via tutti i direttori in carica e insediamento, dopo concorso (truccato? comunque non alla luce del sole) di nuovi direttori in buona parte stranieri, finalmente pagati il dovuto: sui 150.000 Euro lordi annui.
Nessuno dei precedenti direttori venne confermato, eccetto una: Anna Coliva. Non poteva sfuggire a nessuno che la sua riconferma, al di là dei risultati che anche altri potevano vantare e dei titoli e delle esperienze e competenze che anche gli esclusi avevano, andava ascritta principalmente alla rete di amicizie e conoscenze che la potente direttrice, studiosa del Bernini, aveva instaurato nel corso degli anni con il cosiddetto 'generone' romano e con il mondo della politica. Contro la quale neanche Franceschini avrebbe potuto nulla - e forse anche lui, prima di altri, apparteneva a quella rete di appoggi della Coliva. E così fu confermata e dallo stipendio vergognoso da funzionaria, che aveva prima della riconferma - neanche 2.000 Euro al mese - ne ottenne uno tutto nuovo e molto più consistente - introno ai 10.000 Euro mensili, per complessivi 150.000 Euro circa annui.
In verità lei non è mai stata con le mani in mano, si è data da fare, ha seminato in quei salotti bene al punto che una sua amica - o conoscente? - Maite Carpio sposata Bulgari ha fondato, per darle una mano, l'Associazione 'Mecenati della Galleria Borghese', che intanto ha messo insieme la considerevole somma di 70.000 Euro - una cifra! - per restaurare uno dei 'giardini segreti' della galleria. La quale, si accusò di aver recato qualche danno quando organizzò una cena di gala con tanto di cucine installate troppo vicine all'edificio storico. Con il paradosso che i mecenati che avrebbero dovuto salvare la galleria le avevano prodotto qualche danno.
La Coliva ha naturalmente anche molti nemici, forse meno potenti degli amici, ma sicuramente più solerti ed attenti. E fra questi alcuni che l'hanno accusata di essere uscita dalla galleria, in orario di servizio, par motivi personali, per un totale di una cinquantina di ore in un anno. I fatti risalgono al 2014, alla vigilia del 'riformatorio' di Franceschini. Lei ribatte che quelle accuse - infondate, perchè quelle assenze, tranne forse una di sole 4 ore, non erano da attribuire a a motivi personali - venivano lanciate da chi non voleva che lei avesse una qualche chance (anzi, temeva che le avesse) per restare alla guida della celebre galleria. Insomma i suoi 'nemici' avevano già sentito puzza di bruciato ( sapevano che la loro direttrice era tanto potente da non poter essere spostata) e si erano mossi in tempo per silurarla, portandola in tribunale.
Ora si sta discutendo la causa. Chi vivrà vedrà, ma certamente anche la condanna a risarcire lo Stato per l'eventuale danno, non riuscirà a disarcionare la potente direttrice. Non deve, per l'inconsistenza del danno. E poi, suvvia, si può assimilare la Coliva agli squallidi ' furbetti del cartellino'? Non scherziamo.
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