E' curiosa la posizione di Raffele Cantone a proposito dell'agente provocatore. L'agente infiltrato, che già esiste, per lui va bene; quello che va a provoca, di proposito, uno sul quale c'è il grave sospetto che infranga la legge, quello no. Forse è giusto ciò che hanno detto altri magistrati, e cioè che non lo si deve arrestare in flagranza di reato, e neppure fidandosi solo di quella scivolata. Ma sulla sua esistenza nessuno dovrebbe nutrire dubbi, neppure Cantone.
Il quale, però, deve spiegarci come mai in un paese in cui leggi che puniscono ogni tipo di reato esistono e sono presenti nell'ordinamento vigente, esistano nel contempo tanti reati che restano impuniti. Dovrebbe, ad esempio, spiegare ai cittadini come mai nella pubblica amministrazione si chieda ai lavoratori di denunciare compagni di lavoro inadempienti, ed invece in tutti gli altri campi dobbiamo continuamente assistere a denunce quasi giornaliere di evasori totali e di evasori parziali, che basterebbe un qualche agente provocatore sguinzagliato per le città a smascherarli ed assicurali alla giustizia, processandoli.
Naturalmente non potrebbe spiegarci, nè lui e neppure tanti altri, come mai - è accaduto negli ultimi tempi - in alcune megatruffe ai danni dello Stato vi siano implicati anche finanzieri e magistrati. Con qualche agente provocatore certe cose non succederebbero con tanta frequenza. E forse dobbiamo agli agenti infiltrati come ai provocatori, come anche alle intercettazioni, se alcuni illeciti, a danno dello Stato, sono stati scoperti o addirittura sventati.
Cantone non vuole che i delitti siano 'provocati' dallo stesso Stato. Ci dica allora come si fa ad evitare che esistano ancora tanti illeciti, e non parliamo dei delitti efferati che solo i cosiddetti pentiti ci hanno svelato - i pentiti sono molto differenti dagli infiltrati? lo sono ma solo di facciata. Senza di loro saremmo ancora con la mafia in ogni angolo di strada. E già che, comunque, esiste ancora, anche se forse non bussa alla nostra porta, ma fa affari, in barba alle obbiezioni 'garantiste' fuori luogo, di Cantone.
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