martedì 27 febbraio 2018

Politiche. Più candidati premier che elettori

Se dobbiamo attenerci a sondaggi e sondaggisti, alle prossima Politiche, fra pochi giorni, gli astenuti saranno in una percentuale mai vista: intorno al 35%. E forse anche più, così che quasi metà dell'elettorato resterà a casa. Non osiamo pensare al peggio, persistendo le attuali condizioni meteo che hanno disastrato molte nostre città a cominciare dalla Roma grillina.

Dunque la truppa - degli elettori - si va sempre più assottigliando. E, come succede  sia nei corpi armati dello Stato che  nei palazzoni ministeriali, ufficiali e generali, come anche dirigenti  sono , in Italia, in  numero  di molto superiore, percentualmente, ai soldati semplici ed agli impiegati. Per cui sono molti a comandare e sempre meno quelli  condannati ad ubbidire perchè vanno estinguendosi, al punto che in un prossimo futuro potrebbero lasciare coloro che comandano senza più sottoposti.

 Il fenomeno, in maniera assai simile, si sta ponendo nelle file dei partiti o movimenti che si presentano alle prossime politiche. Candidati premier ne hanno tutti, alcuni anche più d'uno, annullando di fatto il vincolo della coalizione. Alcuni già parlano non da candidati, ma da premier eletti, dimenticando che l'incarico a premier spetta al Capo dello Stato. Il quale certo non dorme sonni tranquilli con tutti questi candidati e nessun vincitore in grado di governare in base ai voti ottenuti.

 Candidati premier ne hanno i maggiori partiti, e primi fra tutti i grillini, con il loro campione Di Maio, al quale  molti, fatta eccezione per Travaglio, non affiderebbero da governare neanche la cuccia del  proprio cagnolino.

La destra poi ne ha più d'uno - da Salvini alla Meloni, al candidato di Berlusconi sul cui nome c'è il segreto di Stato -  che già parlano da premier, quando si sa che comunque  anche loro devono andare a caccia di voti; nelle ultime ore, per fortuna, Casa Pound ha annunciato di rinunciare al suo, dichiarando di appoggiare Salvini. Bell'accoppiata.

La sinistra nuota nei candidati premier, dal PD - l'unico partito nel quale non si sa chi aspiri a quel ruolo, se il premier uscente, Gentiloni, o l'ex premier segretario, Renzi - a 'Liberi e Uguali', il cui candidato premier  non c'ha neanche la faccia da premier, a 'Insieme', che non s'è ancora capito cosa sia - lo si capirà solo la sera del 4 marzo, quando sapremo che non ha raggiunto neanche il quorum per entrare in Parlamento con propri eletti; a Potere al Popolo, che ha una leader agguerrita, ma che si troverà forse nella stessa condizione di 'Insieme': fuori dal Parlamento.

Sembra, insomma, di assistere ad una guerra fra premier che fa inesorabilmente passare in secondo piano le guerre che il paese deve necessariamente combattere e vincere contro i suoi reali nemici che sono la povertà,  la mancanza del lavoro,  le poche risorse per la ricerca,  la disattenzione alla scuola,  il peso  non più sostenibile del debito pubblico.


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