domenica 11 febbraio 2018

Un oscuro maestrino di musica, Nicola Piovani, chiede lumi al magister optimus Corrado Augias

Se uno ha bisogno di qualche illuminazione sulla musica a chi altro può rivolgersi se non a Corrado Augias che della divulgazione musicale ha fatto da tempo il suo secondo o terzo lavoro, avendo realizzato le interviste di  quella 'storia della musica' di molti anni fa, pubblicata, a dispense, da Repubblica - ma ideata da Giorgio Dell'Arti - e poi vari programmi audio/video, con un pianista che gli faceva da spalla, su Chopin , Beethoven - che sono andati a ruba -  ed andando per teatri, anche fuori d'Italia, come a Liegi, invitato da quel genio di Stefano Mazzonis,  a spiegare La Traviata di Giuseppe Verdi?

Per le stesse ragioni  di tutti anche Nicola Piovani, che  di musica ne ha scritta ma opere  mai, s'è rivolto al grande maestro per porgli un quesito riguardante un costume sul quale i frequentatori dei teatri d'opera si saranno sicuramente interrogati negli ultimi anni.

E cioè. Perchè - ha chiesto l'oscuro maestrino al grande maestro -  è invalsa l'usanza di  arricchire con immagini od azioni,  l'ouverture - o preludio  o  sinfonia avanti l' opera - dove l'autore l'ha prevista,  e che è stata sempre fatta a sipario abbassato?

Quella ouverture - commenta il povero maestrino - fin dai primi esperimenti di melodramma, venne intesa dai compositore come richiamo per il pubblico,  come annuncio che l'opera, cioè la rappresentazione, stava per cominciare. Questa funzione aveva  quella  che precede l'Orfeo di Monteverdi (1607) e che, anche oggi, si ascolta in apertura dei programmi televisivi o radiofonici dell'Eurovisione o dell'Euroradio. E infatti  Monteverdi, dopo quel preludio strumentale, avverte che  'cala la tela' (mentre oggi il sipario  si solleva) e si svela la scena, dando il via alla rappresentazione.

 All'oscuro maestrino  piacerebbe che l' ouverture abbia ancora la stessa funzione, quella cioè di avvertire che l'opera sta per iniziare, che venga fatta a sipario abbassato ( diremmo: senz'altra distrazione), mentre oggi si vedono,  proiettate sul sipario, quando lo si lascia abbassato, immagini o personaggi che vanno su e giù. Sembra quasi - sostiene l'oscuro maestrino - che si abbia fretta di cominciare la rappresentazione per la quale quella ouverture strumentale appare come un ostacolo o inutile indugio, mentre dovrebbe servire come una sorta di 'camera di decantazione' o di 'decontaminazione' onde preparare il pubblico a passare dal mondo reale a quello irreale del
palcoscenico. Anche perchè - sia detto per inciso - la banalità di molte soluzioni innovative fa rimpiangere l'ouverture a sipario abbassato, come da tradizione, senza nient'altro.

Il magister optimus, Corrado Augias, va a nozze. Spiega la funzione dell'ouverture ed anche come essa si sia con il tempo modificata nella funzione: da semplice richiamo per il pubblico divenuta, dopo la cosiddetta riforma di Cristoph Willibald Gluck  (espressa in una celebre prefazione di una sua opera, Alceste, del 1767),  una sorta di 'avvio'  o 'preparazione' alla rappresentazione,  ma senza rappresentazione, anticipando talvolta i temi musicali più rilevanti o creando  l'atmosfera nella quale la rappresentazione si svolgerà.
Aggiunge, facendo ricorso alla sua immensa competenza in campo musicale, che il 'preludio', anzi i preludi della Traviata ( due, prima dell' Atto I e III) sono fra le musiche più belle che lui conosca e che non vale la pena  'sporcarli' ; ma anche che lui, il  celebre Preludio del Tristano di Wagner, con quell'accordo iniziale, tanto decantato per la sua novità, non lo capisce.
E, infine, che lui, dall'alto della sua cattedra, si trova d'accordo con l'oscuro maestrino nel preferire l'ouverture a sipario chiuso, quando c'è ( se non c'è, pace!) e senza nessuna distrazione. Per godersi quei pochi minuti di musica, spesso sublime.

 Non sappiamo se Piovani  sia rimasto soddisfatto di Augias, presumiamo di sì.  Però, però... visto che l'oscuro maestrino scrive spesso di musica sui giornali  e con una certa competenza, conoscendo il mestiere, era proprio necessario, per una questione non  di rilievo, scomodare addirittura Augias?
Forse temeva di non saperne abbastanza - mai quanto Augias - e che se l'avesse spiegato lui nessuno se lo sarebbe filato, o gli avrebbe creduto, mentre, invece, chiedendo lumi ad Augias...

P.S. Per quel che può servire il nostro modestissimo parere - pochissimo! - anche noi siamo d'accordo con l'oscuro maestrino Piovani e con il grande maestro Augias, sulla opportunità di tornare a suonare l'Ouverture di un'opera  a  sipario chiuso  e senza distrazione di nessun genere. L'Ouverture solo per orecchie e immaginazione, l'opera per  le orecchie ed anche per  gli occhi.


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