„Personalmente non so rispondere alla domanda di cosa ci sia di così altamente culturale nella riedizione di vecchi film all'interno di un contesto storico e sociale con una sua storia, una sua identità, un suo vivace vissuto, che solo chi ne è estraneo, e vuole rimanerne tale, può non conoscere nè vedere e anzi può soffocare vantando una civilizzazione di stampo colonialista".
"Cos'è
infatti se non feticismo, la reiterata proiezione, giorno dopo
giorno, di vecchi film che hanno in comune soltanto il fatto di
essere famosi, con a seguire la presentazione degli altrettanto
famosi produttori/registi/attori, magari accompagnati dal
Franceschini o dallo Zingaretti di turno? Alla quantificazione
numerica come misura del consenso, già noto a quegli imperatori
romani che organizzavano gli spettacoli gladiatori al Colosseo,
questo sistema di intellettualizzazione del divertimento ha poi
appaiato spesso l'idea della sua gratuità: divertimento puro e
purificato da ogni contaminazione pecuniaria. Purtroppo, come ben
sappiamo, nulla è gratuito.
Forse è arrivato il momento che i
cittadini comincino a chiedersi se non sarebbe stato meglio se i
bravi
amministratori alla Zingaretti avessero
guardato un pò meno film per occuparsi di più e meglio di sanità e
di ambiente".
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