In un nostro precedente post riguardante alcuni misteri sulle carte conservate troppo gelosamente o su quelle sparite dalle ville di Verdi e Puccini, avevamo chiamato in causa rispettivamente Fabrizio Della Seta, per Giuseppe Verdi, e Michele Girardi per Giacomo Puccini; invitando i due notissimi studiosi a dire pubblicamente ciò che sanno sull'argomento. Per Verdi, a Della Seta domandavamo di dirci tutto quello che sa, avendo egli avuto accesso, seppur relativamente, a quell'archivio segreto, quando ha curato l'edizione critica di 'Traviata'. E a Girardi di raccontarci dei furti da Villa Puccini, di cui tutti sanno, senza che ancora sia stato con certezza individuato nè il ladro o i ladri, né i suoi complici.
Ora si fa vivo a mezzo lettera personale, Della Seta, dicendoci che lui ciò che sapeva l'ha già detto ultimamente al 'Corriere della Sera', dunque non esiste per Verdi altro mistero a svelare. Ha detto cioè che quell'archivio, di cui ora non si conosce esattamente la locazione, è conteso fra gli eredi del musicista, le due famiglie di eredi, e l'Ospizio per musicisti di Milano. La contesa ereditaria fra le due famiglie occulterebbe allo sguardo attento degli studiosi quel patrimonio, la cui catalogazione non è nota, che per le due famiglie vuol dire soltanto soldi: a chi venderlo meglio, e chi ha diritto ad incassare il ricavato.
L'articolo del 'Corriere' ne ha stimolato altri anche su giornali stranieri di altrettanta denuncia ed una interrogazione parlamentare per chiedere al Governo di mettere fine a questa giostra di giostrai ed offrire le carte agli studiosi.
Si è fatto vivo nella disputa anche l'Istituto di studi verdiani che ora è presieduto dall'illustre studioso Nicola Sani, il quale ha detto, di essere riuscito con un colpo della sua bacchetta magica. a mettere d'accordo una delle due famiglie di eredi ( Carrara Verdi, che siede anche nell'Istituto parmense) e l'Ospizio verdiano; e perciò fra breve sarà avviata la digitalizzazione di tali documenti che l'Istituto parmense metterà in rete.
Per Puccini le cose sono ancora avvolte nelle nebbie, come dimostra anche il fatto che nella recente pubblicazione del primo volume dell'epistolario pucciniano, nella edizione critica, nelle ultime pagine sono pubblicate alcune lettere delle quali si conosce il destinatario ed anche sommariamente il contenuto, ma non il testo integrale... 'per volontà degli eredi'! - così c'è scritto, a quasi cento anni dalla morte del musicista. Che si aspetta?
E qui il Governo e la società degli studiosi non ha nulla da dite agli eredi, che poi non sono che la nipote Simonetta?
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