Ascoltando la radio o spulciando nella rubriche delle lettere dei vari giornali molte cose si imparano, o almeno si apprendono.
Si apprende ad esempio che a Capodanno, ad Urbino, città sempre giustamente visitatissima, i musei erano chiusi, ed un lettore riflette: se fossero stati aperti, vista l'affluenza di turisti nella bellissima cittadina, chissà quanti soldi le casse statali, sempre al verde, avrebbero incassato. Giusta osservazione.
Ma il ministro Franceschini, che ha sempre la battuta pronta, avrebbe potuto rispondere: anche all'estero ci sono giorni in cui i musei sono chiusi. Bella toppa! Solo che all'estero i giorni di chiusura si contano sulle dita di una mano; e in tutti gli alti giorni è assai difficile che vi siano assemblee e scioperi improvvisi che mandano in bestia i visitatori, e poi musei e siti archeologici sono molto più visitati che in Italia.
Ma allora perché in Italia, c'è tanta disaffezione degli italiani verso il nostro patrimonio culturale? Questo semmai bisognerebbe chiedersi. Ma tale e tanta disaffezione è vera e corrisponde ai fatti? E qui si apre un nuovo capitolo, interessante da studiare.
L'iniziativa dei 'musei gratis' nella prima domenica di ogni mese starebbe a dire il contrario, e cioè che quando non si paga gli italiani si fiondano a visitare tutto il visitabile. Ma questo è un bene o un male, o nasconde qualche altro problema?
Di questo si è discusso a Radio 3 che fiancheggia Franceschini ed enfatizza le poche cose azzeccate ( mentre non discute, ad esempio, dei milioni - immediatamente trovati!- che vorrebbe spendere per risistemare il Colosseo, dove portarci le lotte con le belve feroci o le sfilate di sgambettanti signorine che già invadono i mezzi di comunicazione di ogni genere.
L'iniziativa è senza dubbio positiva e potrebbe servire anche a sfatare la convinzione che gli italiani non amano la propria terra, il patrimonio, la storia che si ritrovano anche senza aver fatto nulla direttamente per meritarselo, e che ora si tratterebbe solo di non distruggere.
Creare in ogni modo una nuova più solida affezione degli italiani verso la propria ricchezza, che è quella storico- culturale, sarebbe un traguardo meraviglioso, e le domeniche 'gratis' potrebbero essere una buona prova.
Con le domeniche gratis, obbiettano alcuni, i musei perdono tanti soldi. Sì, può essere anche vero, ma ci sono infiniti settori nei quali si può risparmiare e tanto; mentre i soldi persi nei musei potrebbero essere fra i meglio spesi dallo Stato.
E poi la riappropriazione della nostra ricchezza da parte dei cittadini sarebbe un risultato enormemente più grande della perdita di introiti per biglietti non venduti.
Ogni giorno vediamo le infinite 'incompiute' del nostro paese: strade non terminare, ferrovie senza stazioni, ospedali già completamente arredati mai aperti, impianti sportivi dove ora si allenano solo topi ed altri animali. in tutti questi campi si potrebbe risparmiare; intanto non ripetendo gli stessi errori.
Se poi gli italiani ricominciano a visitare e ad apprezzare i loro tesori, sarebbe un guadagno per lo stato e per i singoli.
Avanti dunque su questa strada, con coraggio e senza giudizio!
P.S. Ancora oggi, sui giornali, l'allarme di chi teme che ad usufruire dell'ingresso gratis nei musei siano anche coloro che il biglietto possono pagarlo tranquillamente. E che male c'è. Non saranno certo i mancati introiti di biglietti a mandare fallito lo Stato, che ben altre cose fanno fallire semmai. Non bisogna mai temere l'aumento dei cosiddetti 'consumi' culturali. Intanto promuoviamo la visite ai musei, ai monumenti ai siti archeologici, poi quando sarà creata nuovamente affezione nel pubblico, le visite anche a pagamento cresceranno.
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