'Domenica In', inaugurata da Corrado nel 1976, ha compiuto 40 anni e Rai Uno, nella puntata di domenica scorsa s'è incaricata di festeggiare l'importante traguardo.
Era presente Maurizio Costanzo che Giancarlo Leone, direttore di Rai Uno, s'è incaricato di richiamare in vita, affidandogli la direzione dell'edizione di quest'anno, e assieme a lui tutta la scuderia Presta, a cominciare dalla signora dell' influente agente, Paola Perego. Ai giornali non è sfuggita la tristezza nella quale si è risolta quella commemorazione che invece doveva essere una festa, e non soltanto perchè qualche invitata 'di diritto' sia stata esclusa, non facendo più parte della scuderia del potente agente, come Mara Venier (testimone di nozze dei coniugi Presta al tempo del sodalizio lavorativo) che se ne è lamentata dalle pagine del Corriere. Dove Aldo Grasso ha stigmatizzato la scandalosa sceneggiata di quella celebrazione che sembrava un funerale ed insieme il trionfo della banalità.
Il discorso della fattura dei programmi che direttamente riguarda il direttore di rete - che giudizio dare, ad esempio, dei coniugi Al Bano che, sfruttando un loro antico dolore, animerebbero la trasmissione 'così vicini, così lontani', dedicata alla ricerca di persone scomparse? - non può non toccare anche il nuovo direttore generale, per la cui nomina, perfino un 'corsaro' e battitore libero, consigliere Rai, come Freccero, si disse soddisfatto, perchè Campo Dall'Orto 'conosce bene il prodotto'.
Ma finora, dopo oltre sei mesi dal suo insediamento, il 'profondo conoscitore' del prodotto televisivo, quale provvedimenti - taluni necessari - od aggiustamenti ha proposto e messo in atto? Ad esempio, quale decisione ha assunto dopo lo scandalo - minimizzato da Freccero - della trasmissione di fine anno da Matera? Nessun provvedimento contro il vertice della rete, che ha gettato la croce sulle sole spalle del capo struttura e lui se ne è lavato le mani, anzi una giustificazione e perfino una lode da parte di Campo Dall'Orto che ha dichiarato di aver apprezzato del 'Leone, il silenzio'.
Lasciano senza parola simili dichiarazioni, in realtà ammissioni di 'impotenza' gestionale, di fronte allo strapotere degli agenti ed agli altolà - vietato toccare! - dei protettori di questo o quel dirigente. E dei protettori di Leone, i nomi sono stati fatti già tante volte, e in diverse occasioni. E si tratta di protettori potentissimi.
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