La proposta è venuta dai microfoni di Radio 3 ( nella trasmissione 'Tutta la città ne parla'), ad opera di un noto operatore pugliese, di cui non ricordiamo il nome, in seno alla discussione sul successo - ci è sembrato di capire - del film di Zalone.
Partendo dalla constatazione che oggi i consumi culturali in Italia sono riservati ad una élite- che è aiutata dalle condizioni di partenza familiari e dalla relative possibilità economiche - mentre la massa diserta cinema e teatri e concerti ecc... sia perchè non li conosce e quindi non l' apprezza e neppure li desidera, sia anche perchè il costo di questi 'utilissimi' passatempi non è all'altezza delle tasche della maggioranza degli italiani - le nostre istituzioni culturali hanno prezzi troppo alti per le tasche dei comuni mortali, e che preferiscono tenerli sempre alti, anche a costo di vedere le sale o i teatri o i cinema semivuoti - c'è chi propone un sistema che salverebbe 'capra e cavoli', come si dice.
Perchè questa miopia, in un paese dove se non ci fosse il finanziamento pubblico molte di queste istituzioni dichiarerebbero fallimento ( la ministra Madai promette che questo brutto termine in futuro non si potrà più usare!) e chiuderebbero?
Il problema esiste, e l'operatore pugliese interpellato da Radio 3, proponeva una soluzione in grado di continuare a finanziare le nostre istituzioni culturali ( fra le quali non può essere incluso anche l'ultimo film con Belen Rodriguez che Franceschini ha finanziato con 200.000 Euro; il ministro stia attento, perchè la sua bella mogliettina, ingelosita da tanta 'passione per il bello umano' potrebbe cacciarlo fuori di casa!), e nello stesso tempo, con diverso sistema, promuovere l'accesso ai consumi culturali da parte di tanti che, pur desiderandolo, non hanno potuto e non potrebbero per mancanza di disponibilità economiche.
Si crei una 'Card cultura' , una sorta di carta prepagata che lo Stato dà a coloro che hanno non floride disponibilità economiche. Con essa si può accedere a teatri, sale da concerto, cinema; ed ogni volta che uno dei suoi possessori la utilizza, nelle casse dell'istituzione prescelta farebbe cadere la classica monetina, che rappresenta il prezzo politico imposto. Così parte del finanziamento arriverebbe alle istituzioni direttamente, ed una parte attraverso la 'card cultura' che nel contempo incentiverebbe il consumo culturale che nel nostro paese, è assai basso ed anche ancora assai costoso.
E questo sistema risolverebbe anche un altro problema del quale le istituzioni, foraggiate comunque dai soldi pubblici che vengono anche dalle tasche dei meno abbienti attraverso le tasse, non si preoccupano, tanto lo Stato le finanzia comunque.
No, le istituzioni devono promuovere con ogni mezzo la creazione di nuovo pubblico, specie fra i giovani, pena, fra non molti anni, la chiusura delle stesse, per mancanza di 'fruitori' - come si ama dire oggi, con parolaccia che noi aborriamo.
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