C'eravamo illusi di essere tornati ai bei tempi quando, il bis di 'Va pensiero' alla Scala, in un 'Nabucco' diretto da Riccardo Muti, suscitò una discussione nel paese, dai giornali al Parlamento. Che tempi! Per certi versi anche sprecati quei tempi e inutili quelle discussioni. Perchè non c'era bisogno di tanto chiasso per un bis, pur se mai concesso prima nel tempio italiano della lirica. Poi tante altre volte è accaduto e non solo per il 'Va pensiero', senza che la polemica rimontasse, per fortuna. La polemica, se ci deve essere, è giusto che colpisca fatti di una certa importanza. E non come oggi spesso avviene, per la presenza di un nudo in scena.
Insomma i tempi in cui una prima in un grande teatro teneva accessi i riflettori della stampa prima e dopo, quei tempi sono definitivamente passati?
Sì, sono definitivamente passati per qualunque fatto che riguardi la cultura, specie quella alta, mentre non sono passati affatto quando si tratta di fatti o persone che, in senso lato, fanno parte della cultura di un tempo, come nel caso della morte di David Bowie che campeggia su tutti i giornali in prima pagina, o nei telegiornali occupandone in molte testate anche l'apertura. Ben altra cosa è accaduta con Boulez nei giorni scorsi, sebbene una certa attenzione anche la stampa italiana gli abbia dedicato.
Ma ieri questa nostra amara constatazione sembrava ricevere un duro colpo, del quale ovviamente eravamo felici, perché ben due pagine il 'Corriere' dedicava a Riccardo Muti che la sera prima avevamo visto ed ascoltato nel salotto televisivo di Fabio Fazio.
Solo che la ragione era squisitamente 'commerciale'. Il Corriere faceva uscire una ricca raccolta discografica del noto direttore: ben 32 uscite. Insomma, per mezzo anno, ogni settimana, allegato al Corriere - ma pagandolo a parte, una decina di euro - i lettori avrebbero potuto acquistare una incisione di Muti. E il Corriere che, come tutti i giornali, in tempo di crisi, ricorre a qualunque mezzo nella speranza di veder salire anche le vendite del giornale, strombazza l'iniziativa, prima con una ospitata nel salotto di Fazio e poi con le due pagine, e non saranno le uniche, dedicate all'avvenimento. Che è poi semplicemente una uscita discografica, neppure nuova, raccogliendo, per scelta del direttore, quelle incisioni che meglio rappresentano il suo percorso interpretativo, già abbastanza lungo.
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