Gli attacchi alla libertà di stampa - senza arrivare a quelli drammatici parigini dello scorso gennaio - sono infiniti e si susseguono, anche perchè nessuno alza la voce, salvo quando quegli attacchi non ci toccano direttamente; allora, ma solo allora, gridiamo allo scandalo della censura.
A chi fa il giornalista è capitato più d'una volta di ricevere lettere di protesta per ciò che ha scritto;qualche volta con l'aggiunta di un ordine perentorio di correggere, attraverso una rettifica, quanto scritto; mentre, nel caso di un giornale on-line - si preferisce di solito domandare la cancellazione di un post incriminato. La richiesta di pubblicare una rettifica evidentemente non soddisfa pienamente.
Ma, ora - e la cosa va avanti ormai da qualche tempo - con il blog di Luigi Boschi, si è superata la misura - vogliamo dirlo chiaramente. La magistratura che ne ha ordinato l'oscuramento, ha superato ogni limite di decenza. In quale paese se un articolo di giornale viene contestato, oltre a chiedere al direttore la rettifica di quanto scritto, a norma di legge, un magistrato può decidere di chiudere il giornale? Solo in un paese nel quale, dagli oggi e dagli domani, senza che nessuno protesti, i magistrati possono osare tanto. E l'esempio parmense potrebbe far scuola, cattiva scuola! anche altrove.
La federazione della stampa, l'ordine dei giornalisti che fanno? dormono!
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