Riproduciamo questo nostro post, ora, alla morte di Boulez. Lo avevamo scritto e pubblicato tempo fa. Ad oggi non siamo riusciti con 'Suono' a ripescare l'intervista alla quale si accenna. Peccato! Forse qualcuno che l'ha conservata vorrà inviarcela. Grazie
Nel precedente post abbiamo accennato alla nostra collaborazione al settimanale di 'Repubblica' 'Musica rock e altro', uscito negli anni Novanta. Noi naturalmente scrivevamo dell'altro cui il titolo faceva riferimento. E per questo forse ci sentivamo anche altro dalla redazione, della quale non facevano parte i critici musicali 'classici' del quotidiano. Collaborava al settimanale anche Vincenzo Cerami. Dopo una riunione di redazione, una delle pochissime alle quali partecipammo, finita la discussione, Cerami e noi uscimmo, dopo aver salutato tutti. All'uscita Cerami ci venne vicino e ci disse, candidamente: 'cosa c'entriamo noi con quelli?', indicando l'intera redazione del settimanale che era fatta di rockettari. Non voleva alludere a nulla di diverso in fatto di generazione, pochi anni separavano semmai qualcuno di loro da noi; si trattava piuttosto di diversa formazione. Insomma dopo qualche anno di collaborazione, durante la quale continuammo a sentirci come corpo estraneo, anche perchè qualche critico classico di 'Repubblica' chiedeva a noi la ragione della sua esclusione dalla redazione del settimanale musicale, decidemmo di uscirne.
Il nostro posto lo prese un musicista che allora non aveva tutto il potere che ha oggi, ma che su quel potere, allora ridotto, andava già costruendo le sue future fortune. La sua permanenza durò poco, anzi pochissimo, per una bufala vergognosa che rifilò al giornale appena vi mise piede.
Andiamo un momento indietro nella storia. In una delle ultime venute a Roma di Pierre Boulez con i Wiener, la DG organizzò con il celebre musicista una intervista pubblica, nell'albergo in cui risiedeva. Boulez parlava francese e noi eravamo fra i pochi giornalisti presenti a parlar quella lingua e dunque a dialogare con lui. Quell'intervista la pubblicammo sul mensile SUONO. Era una bella, ricca, circostanziata intervista. Passano gli anni e il nostro sostituto al settimanale di Repubblica, in una delle sue prime uscite, pubblica una intervista a Boulez. Leggendola ci domandammo quando quella intervista avesse avuto luogo. E pensammo anche: bel colpo! Poi man mano che andavamo avanti nella lettura, scoprivamo di conoscere già le risposte del musicista. Fu allora che andammo a riprendere la nostra intervista uscita su 'Suono' e...con grande meraviglia scoprimmo, confrontando le due interviste che buona parte di quella pubblicata su 'Musica rock e altro', e quindi spacciata per intervista fresca di giornata, non era che quella nostra intervista di qualche anno prima copiata per la gran parte, parola per parola. Fotocopiammo 'Suono' e la stessa cosa facemmo con 'Musica rock e altro' ed inviammo i due testi, nei quali avevamo evidenziato i passi, numerosi, comuni, anzi identici, a Roberto Campagnano, allora responsabile del giornale, per fargli capire quale polpetta avvelenata avesse inviato alla redazione il nuovo arrivato, nostro sostituto. E così, naturalmente, terminò nel breve volger di qualche settimana la carriera giornalistica di quel signore che tuttavia proseguì a grandi passi la sua avanzata in altri campi. E tuttora continua.
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