Un nostro assiduo lettore ci segnala, oltre le tante travi ficcate negli occhi dell'Italia musicale, anche una pagliuzza, che noi - non tollerando più le travi ma neanche le pagliuzze - vorremmo tentare di estrarre, per non adulterarne la vista.
Trattasi di un caso assai singolare, occorso al Conservatorio di Vibo Valentia, e specificamente alla graduatori degli idonei all'insegnamento di 'Storia della Musica' per didattica. In cima alla quale brilla il nome - ma solo in quella graduatoria e solo in quel Conservatorio - di Chiara Macrì, che sarebbe imparentata, direttamente od indirettamente, con un membro della famiglia Pollice che al Conservatorio ha regalato l'attuale direttore e due insegnanti - sebbene tale annotazione parentale nulla abbia a significare. Come nulla significa il fatto che l'associazione 'A.M.A. Calabria' , nella quale pure lavora al Macrì, sia diretta da tempo da un altro Pollice.
Il problema della sua posizione nella suddetta graduatoria, invece, è tutt'altro che irrilevante, sebbene di tale anomalia di fatto la responsabilità debba essere attribuita non tanto a chi ha designato i membri della commissione che ha esaminato le domande degli aspiranti, e cioè il direttore Pollice, ma agli stessi componenti che hanno così valutato titoli di studio, servizio e titoli artistici degli aspiranti.
E dire che in quella graduatoria, ben sotto - come punteggio - la dott. Macrì, si leggono i nomi di professionisti ben noti in ambito nazionale, giornalisti o musicologi, come Giangiorgio Satragni, Gregorio Moppi, Alberto Mammarella, Antonio Caroccia - per citare quelli che incontriamo a prima vista in graduatoria. Bene, il primo posto in graduatoria, Chiara Macrì, secondo la commissione giudicatrice, l'ha meritato con il seguente punteggio:
Titoli di studio 1,5
Titoli di servizio : 0
Titoli artistici 70
Totale :71,5
Che avrà mai fatto la Macrì, per meritare artisticamente un punteggio tanto alto da sbaragliare aspiranti, le cui imprese in materia, sotto gli occhi di tutti, andavano altrimenti considerate?
Comunque mettiamoci l'anima in pace. Non è la prima volta che accade né sarà l'ultima. Accadde anche a noi, all'inizio del nostro insegnamento di Storia della Musica, presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, dove nella relativa graduatoria per tale insegnamento risultammo al primo posto.
Quando la graduatoria venne rifatta, forse addirittura l'anno seguente o due anni dopo, non solo eravamo scesi nella graduatoria, ma risultavamo fra 'i non idonei'. Al nostro ricorso ufficiale al direttore dell'epoca, la risposta fu: ogni commissione decide come crede, anche ignorando le decisioni che nello stesso Conservatorio altra commissione ha preso precedentemente, pur esaminando la medesima documentazione. Nè servì far notare al direttore che noi avevamo già insegnato per un anno in quel Conservatorio, e lui lo sapeva bene, e che, nel frattempo, fatto nuovo rispetto alla graduatoria precedente, avevamo fondato e dirigevamo la più importante rivista musicale dell'epoca, Piano Time. Ma forse fu proprio a causa di Piano Time, che fummo esclusi da quella graduatoria dagli integerrimi giudici, alcuni dei quali anche giornalisti, che noi non avevamo chiamato a collaborarvi. Insomma una vendetta!
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