venerdì 28 marzo 2025

Venezia. Biennale Musica. Anticipazioni programma 2025. dall'11 al 25 ottobre. Direttrice Caterina Barbieri. NOSTRO COMMENTO

 Si intitola La stella dentro il 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea che si svolgerà a Venezia dall’11 al 25 ottobre

Un’immagine poetico-simbolica che richiama, nelle parole della direttrice Caterina Barbieri “il desiderio di cose grandi, di vastità. Vibrazione che permea il cosmo e ci attraversa con meraviglia, dalla molecola al moto planetario, il suono trasporta fuori dai confini dell’ego e apre all’incontro con l’altro - l’ignoto”.

Il Festival si propone di esplorare la musica cosmica. “Con questa definizione poetica – scrive Caterina Barbieri -, non si fa riferimento a uno specifico stile o una tradizione musicale quanto piuttosto al potere generativo della musica di creare nuovi mondi, oltre rigide definizioni di genere o affiliazione storica… Nell’estasi dell’ascolto, anche le nozioni di tempo e spazio si dissolvono: la musica ci insegna molto sulla relatività e i limiti della percezione umana. In questo, è simile a Venezia e alla sua vocazione alla mutevolezza: i giochi di riflessi, le fughe prospettiche, il movimento perpetuo di acqua e luce che dissolve i confini e apre allo spazio del molteplice e dell’infinito”.

Il programma del Festival ha le sue radici nella musica elettronica e nel minimalismo per diramarsi in molteplici direzioni che esplorano connessioni fra passato e presente accostando tradizioni musicali apparentemente distanti tra di loro per stile, epoca e area geografica, ed espressione di una comunità: ci sono incursioni nella musica antica, contemporanea, folk, drone music, techno e afrofuturismoUna programmazione per risonanza per restituire uno sguardo sul contemporaneo il più vivo e fluido possibile rappresentando la musica del presente nella sua ricchezza, diversità, inclusività”.

Di seguito alcuni dei progetti e degli artisti presenti al Festival in attesa di poter annunciare il programma completo e in dettaglio.
Un corteo musicale d’acqua dell’artista multidisciplinare e musicista di origine boliviana Chuquimamani-Condori sarà l’evento di apertura del Festivalper celebrare e restituire al suono il suo valore di rito collettivo. Una processione musicale di barchini attraverserà i canali di Venezia e culminerà in un concerto live di Los Thuthanaka, il duo composto da Chuquimamani-Condori e dal fratello Joshua Chuquimia Crampton, davanti al bacino delle Gaggiandre all’Arsenale.

Un’altra commissione della Biennale Musica che dialoga con la presenza dell’acqua è il nuovo monumentale lavoro del compositore americano d’avanguardia William Basinski, che re-immagina i tape loops di Garden of Brokeness per più pianoforti a coda, percussioni e motori di vaporetto in prima mondiale a Venezia.

E ancora: Resonant Vessel del sound artist giapponese Yosuke Fujita, alias FujiIIIIIIIIIIIta, è un’opera site-specific che esplora il potere generativo del suono e dell’acqua creando un organo personale a undici canne che dialoga con un sistema di contenitori d’acqua, in cui liquido e aria interagiscono per generare un paesaggio sonoro in continua evoluzione. Il Teatro alle Tese si trasforma in una camera di risonanza, divenendo un vascello che naviga nell’interazione fluida tra il terrestre e il cosmico.

In prima europea verrà presentato The Expanding Universe, opera seminale concepita tra il 1974 e il 1977 di Laurie Spiegel, antesignana della sperimentazione elettronica ai suoi albori analogici. Un’opera che esplora la relazione tra suono e cosmogonia, reinterpretata dal Dither Quartet, quartetto di chitarre elettriche di New York, noto per la versatilità con cui interpreta repertori sperimentali.

Un’altra pioniera dell’elettronica nell’era analogica è l’italo-americana Suzanne Ciani, che al Festival sarà in nuova e stimolante collaborazione con Actress. Un incontro transgenerazionale che fonde lo stile fluido e organico dell’espressività sviluppata da Ciani sul Buchla con l’eclettismo ritmico del cosiddetto “R&B Concrète” di Actress.

Si assisterà alla rara apparizione del Kamigaku Ensemble, originariamente fondato da Catherine Christer Hennix, che in occasione del festival si riunisce per una speciale performance site-specific in omaggio alla compositrice svedese scomparsa alla fine del 2023. Figura unica per la ricchezza della sua ricerca artistica, che spazia dalla composizione, alla performance, all’installazione, alla poesia, all’arte visiva e alla matematica, Hennix è un’altra figura femminile pionieristica, il cui lavoro è stato solo recentemente riscoperto e adeguatamente riconosciuto.

Il polistrumentista e compositore tedesco Moritz Von Oswald presenterà in prima italiana Silencio, un progetto in collaborazione con un coro di 16 voci che sfida ed espande i confini della musica elettronica e delle tradizioni della musica corale, intrecciando macchinico e organico in modo magistrale.

Dal minimalismo storico ad alcune delle voci più singolari della musica contemporanea, che hanno aperto nuove e sorprendenti strade a questa espressione musicale. La compositrice e organista svedese Ellen Arkbro, già membro dell’ensemble Kamigaku fondato da Catherine Christer Hennix, presenterà una nuova composizionecommissionata dal Festival, per tre viole da gamba, un’opera che approfondisce ulteriormente la sua esplorazione del suono armonico e delle sue qualità trascendentali.
Un’altra artista che esplora la fusione tra strumentazione acustica e sintesi elettronica è l’italiana Agnese Menguzzato, con una formazione in violino e liuto rinascimentale, che a Venezia presenterà un nuovo lavoro per chitarra a otto corde ed elettronica intitolato Undici.
Maxime Denuc, che fonde la ricchezza espressiva e la potenza emozionale dell’organo da chiesa con una sensibilità musicale elettronica contemporanea. Presenterà Elevations in prima italiana, un’installazione che incorpora l’ispirazione dell’estetica dub techno con il suono effimero e fragile di un organo controllato via midi dal computer e appositamente costruito dall’artista con l’organaro belga Tony Decap. Into the Blue è la performance in prima assoluta, presentata in apertura di Festival, del sassofonista norvegese Bendik Giske, protagonista di performance che trasformano il sassofono in un’estensione del corpo, rendendo l’atto del suonare un’esperienza tanto visiva e fisica quanto sonora. 

Voce singolare nel mondo della percussione contemporanea, Enrico Malatesta esplora la fisicità del suono attraverso un approccio al tempo stesso minimale e radicale. Presenterà in prima mondiale la composizione Solo VI del compositore e organista tedesco Jakob Ullmann per percussioni e dispositivi di riproduzione audio; e Occam XXVI (2018) che la pioniera francese di musica elettronica e drone music Éliane Radigue ha scritto appositamente per Enrico Malatesta.

Tante le connessioni fra tradizioni musicali diverse che spingono i confini della musica contemporanea presenti al Festival. Peacock Dreams è il titolo del concerto che vede in scena il poeta, rapper, compositore, vocalist egiziano Abdullah Miniawy, i cui versi risuonano in tutto il Medio Oriente, con i trombonisti Jules Boittin e Robinson Khoury. Una nuova formazione in trio, che unisce liberamente influenze barocche e operistiche, temi sufi e copti, e motivi musicali provenienti dalla Penisola Arabica, fusi assieme alla sinfonia caotica del traffico del Cairo.

Punto di riferimento nella musica elettronica sperimentale e noto per il suo lavoro legato alla scala microtonale Colundi, Perälä ha costruito un proprio universo sonoro in continua espansione fatto di suoni digitali ispirati a strumenti ed elementi naturali. A Venezia, Perälä presenterà un concerto musicale site-specific in quadrifonia per il Teatro alle Tese, in collaborazione con Melissa Briand-Speirs.

Figura pionieristica della glitch musicChristian Fennesz presenterà una versione espansa concepita per la Biennale Musica del suo lavoro seminale Venice, manifesto assoluto dall’inconfondibile firma sonora del chitarrista e musicista elettronico viennese.
Il duo drone metal di culto Sunn O))), formato da Stephen O’Malley e Greg Anderson, il cui suono monolitico evoca la potenza trascendente e trasformativa della distorsione, della risonanza e del volume, sarà a Venezia con un set studiato per la Biennale Musica.

L’ensemble vocale Grandelavoix guidato da Björn Schmelzer, che lo ha fondato nel 1999 ad Anversa, con Epitaphs of Afterwardness porta al Festival il suo approccio trasformativo alla musica antica. Per la Biennale Musica presenteranno un programma in cui la Messe de Notre Dame di Guillaume de Machaut, capolavoro assoluto della musica polifonica religiosa medievale, dialoga con i grandi rivoluzionari del XX secolo - György Kurtág, György Ligeti, Iannis Xenakis.

In linea con il tema del Festival che esplora la musica come principio generativo e forma di cosmogonia, il FontanaMIX Ensemble propone un repertorio che mette in dialogo due figure di diversa provenienza storica e geografica ma accomunate da una attenta ricerca sulla natura metafisica del suono nella sua dimensione cosmica: Giacinto Scelsi, il visionario compositore italiano di cui ricorre quest’anno il 125º anniversario della nascita e Vahid Hosseini, compositore nato a Teheran nel 1984, che a Venezia presenterà la prima di una nuova versione per ensemble della sua composizione Le sensibilità delle tenebre.

Sperimentazioni afrofuturiste e forme di avanguardia elettronica di matrice nera attraversano il Festival. Con il già citato Actress, che nel clubbing ha convogliato le sue esplorazioni del linguaggio afrofuturista. E con il teorico, musicista, critico culturale, DeForrest Brown Jr. che presenta in prima italiana il progetto elettronico Speaker Music, un’esplorazione pulsante e ad alta velocità di ritmo, improvvisazione e futurismo sonoro, che incanala la tradizione modernista afroamericana della soul music e del ritmo.

La musicista e artista belga-congolese Nkisi (alias Melika Ngombe Kolongo), che ha presentato i suoi lavori alla Tate Modern, la Haus der Kunst di Monaco e il Centre Pompidou, a Venezia riserva in prima mondiale l’ultima evoluzione della sua ricerca nell’ambito dell’archeologia sonora etnografica. La pratica di Nkisi coniuga strategie percussive provenienti dalle tradizioni musicali dell’Africa centrale e occidentale a forme sonore rave, noise e industrial, per esplorare la memoria storica e pratiche ritualistiche collettive legate al suono e a stati di trance.
Figura chiave della seconda ondata techno di Detroit, dove è nato e cresciuto e tuttora vive, Carl Craig porta il suo suono visionario al Festival con un DJ set che incarna la ricca eredità di afrofuturismo e innovazione sonora della città.

La violoncellista e cantante guatemalteca Mabe Fratti, riconosciuta per la sua capacità di intrecciare formazione classica e ricerca sonora sperimentale, presenta una performance site-specific in collaborazione con l’artista venezuelano I. la Católica e il batterista messicano Gibrán Andrade.

Una prima mondiale nella serata di apertura è Traveling Light di Rafael Toral, una nuova opera che approfondisce la sua esplorazione delle armonie jazz attraverso le possibilità espressive della chitarra in dialogo con solisti acustici - il clarinettista José Bruno Parrinha, il sassofonista Rodrigo Amado, il flicornista Yaw Tembe e la flautista Clara Saleiro. Mentre per la serata di chiusura del festival, Ecco2k presenta a Venezia un set esteso e immersivo al confine tra performance e dj set.

Biennale College - Sono 235 da 35 Paesi di tutto il mondo le candidature arrivate per Biennale College Musica che, in linea con il tema del Festival che esplora l’idea di musica come forma di cosmogonia, selezionerà fino a 5 progetti musicali – performance dal vivo o composizioni acusmatiche in diffusione multicanale. Lavori che debutteranno al 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea al termine del programma di residenza, ricerca, creazione e produzione che i musicisti selezionati seguiranno a Venezia nell’arco di tre sessioni tra maggio e ottobre.
mentori dei musicisti selezionati, provenienti dai diversi campi di ricerca artistica e teorica della musica contemporanea (dal campo della ricerca accademica alla pratica performativa, dalla ricerca audiovisiva multimediale alla club culture, dalla musica elettroacustica al sound design) saranno: Ellen Arkbro, DeForrest Brown Jr., Chuquimamani-Condori, Thierry Coduys, Lorenzo Senni, Marcel Weber (MFO).


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La BIENNALE di Caterina Barbieri

Buttafuoco, presidente della Biennale, l'aveva detto al momento di presentare la nuova direttrice del settore Musica per il biennio 2025-26. Scelgo la gioventù - Barbieri, bolognese, è giovanissima, non ancora trentenne - e scommetto su di essa, perchè la gioventù è capace di aprire nuovi orizzonti per il futuro. La specializzazione 'elettronica' della Barbieri, almeno a Buttafuoco, non parve allora un handicap, come invece è parso a molti, noi compresi, dopo.

 Scorrendo le anticipazioni che in questi giorni la direttrice ha voluto dare della sua prima 'biennale' veneziana, a noi ( che, detto fra parentesi, ci occupiamo di musica da mezzo secolo circa) viene richiesto di entrare in un mondo completamente sconosciuto, sia per la provenienza degli artisti invitati, sia perchè  su ciò che faranno c'è una incognita generale.

 Per chi non conosce il mondo della musica elettronica che della composizione musicale, anche attuale non è che una branchia, non la sola e neppure la più importante ed interessante,  e neppure gli innovativi modi performativi, sarà come immergersi, anzi essere immersi in un mondo sconosciuto che potrà anche sorprendere e inebriare, ma dal quale, una volta uscito, resterà lo stordimento.

 Sì, Buttafuoco e Barbieri mostreranno agli ascoltatori ( si potrà definire ancora  in questo modo il pubblico dei concerti?) un mondo nuovo, ma alla fine nulla resterà, essendo lontanissimo dal mondo musicale, intero e non settoriale, di oggi.

 Un festival come la Biennale è chiamato ad aprire l'occhio e la mente, oltre che l'orecchio, del pubblico; ma è lecito alla fine anche chiedersi  a che serve se appare troppo lontano dalla vita musicale mondiale. Dare spazio a  minoranze, anche a minoranze sperimentali, è sacrosanto, ammesso che serva a qualcosa, come ad incidere sul presente che è rappresentato dalla maggioranza, dalle maggioranze, perchè il mondo della musica contemporanea è già abbastanza vario.(Pietro Acquafredda)   


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