L'incertezza sulle conseguenze delle politiche economiche statunitensi sta già avendo un impatto significativo sulle prospettive di crescita economica. S&P Global ieri ha tagliato le stime sulla crescita economica per l'Eurozona e per Italia citando proprio l'incertezza sui dazi americani. La revisione al ribasso è relativa alle prospettive del 2025, mentre dal prossimo anno è attesa una ripresa sostanziale grazie alle misure di stimolo fiscale in Germania e nell'Unione Europa nei settori delle infrastrutture e della difesa. Secondo l'agenzia, la Bce entro metà anno farà un ultimi taglio dei tassi portandoli al 2,25%.
Tra le criticità citate dagli analisti dell'agenzia di rating c'è anche la persistenza di un'inflazione elevata che continua a influenzare negativamente il potere d'acquisto e la domanda interna nei paesi dell'area. Anche al di furoi dell'Europa lo screnario globale è di un rallentamento della domanda di beni e servizi che coinvolge anche i paesi emergenti che però stanno mostrando dei segnali di ripresa. Il Global Economic Outlook di S&P indica per l'Italia un +0,6% del Pil 2025, 0,3 punti percentuali in meno rispetto alle precedenti previsioni; della stessa entità la riduzione della stima per l'area euro, con crescita rivista da +1,2 a +0,9%. Per il Vecchio continente la sforbiciata più ambia riguarda la Germania che dovrebbe segnare un modesto +0,3% dal +0,9% indicato prima.
Il prossimo anno la crescita dovrebbe invece ritrovare vigore con il Pil Ue in accelerazione a +1,4% e quello italiano a +1%. Una dinamica sostanzialmente simile dovrebbe essere tracciata dal nuovo Documento di finanza pubblica (Dfp) che ha preso il testimone dal vecchio Def e dovrà essere trasmetto alle Camere entro giovedì 10 aprile. Il documento conterrà anche le nuove previsioni del Pil che con ogni probabilità risentiranno del peso del calo della fiducia a causa dell'effetto dazi. Da quanto filtra da via XX Settembre la nuova stima di crescita dovrebbe attestarsi in area +0,8-0,9% per quest'anno rispetto al +1,2% indicato nel Dpb dello scorso autunno. Così come S&P, anche il Tesoro guidato da Giancarlo Giorgetti (in foto) mette in preventivo una risalita nel biennio 2026-2027, con una stima in area +1%. Il Dfp andrà poi notificato entro fine aprile alla Commissione europea, che ne terrà conto per redigere le previsioni di primavera da pubblicare agli inizi di maggio. Ieri l'Istat ha certificato il deterioramento della fiducia, in particolare quella dei consumatori, scivolata indietro di quasi quattro punti a marzo, attestandosi a minimi dall'aprile 2024. Sul fronte delle imprese, il calo è stato contenuto con segnali positivi provenienti dalle aspettative sulla produzione nella manifattura.
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