venerdì 14 marzo 2025

Stiamo ancora parlando di 'Fratelli d'Italia' - 'Il canto degli italiani', nel decreto attuativo ancora senza articolo

 

Chissà cosa direbbero Goffredo Mameli Michele Novaro se potessero leggere il testo del decreto attuativo che, a otto anni dalla legge, conclude l’iter con cui l’Inno d’Italia viene riconosciuto come tale

Nel documento approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, infatti, il titolo dell’opera è sbagliato. «Manca l’articolo», denuncia l’ex deputato PD Umberto d’Ottavio, che quella legge l’aveva proposta nel 2017. Il titolo corretto è «Il canto degli Italiani», ma il decreto dimentica l’articolo determinativo e scrive «riconoscimento del Canto degli Italiani». 

«L’errore c’era anche nel decreto legge del 2017 e l’ho segnalato più volte, questa era l’occasione giusta per correggerlo e invece si perpetra un’imprecisione fastidiosa e offensiva per un testo così importante», commenta d’Ottavio. «È imbarazzante che nessuno si sia preoccupato di correggere l’errore su un documento che ora dovrà andare alla firma del presidente Sergio Mattarella. Come promotore di quella legge sono un po’ preoccupato e indignato. Invito il Presidente a pensare bene a quello che firma».

La storia dell’approvazione dell’Inno d’Italia è un susseguirsi di leggerezze. Il testo di Mameli e la musica di Novaro, composta a Torino nel 1847 (come ricordano ben due lapidi nel luogo di composizione, al 68 di via XX settembre all'angolo con via Barbaroux), fu adottato come provvisorio il 12 ottobre il 1946 (prima era la «Marcia reale di Gabetti» ad accompagnare il neonato Regno d'Italia).

 Nessuna legge lo rese però definitivo fino a quando il deputato Collegnese non iniziò la sua battaglia con una raccolta firme iniziata nel 2016 e approvata nel decreto legge 181 del 2017 che chiedeva però un ultimo passaggio amministrativo con l’approvazione 

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