Per la Russia «non è una minaccia», ma «un avvertimento». Posto che per il dizionario i due termini sono sinonimi, il Cremlino ha esortato l’Australia ad accantonare qualunque missione di pace in Ucraina. Intimidazioni che non hanno scalfito la posizione del governo australiano, che tramite il premier laburista Anthony Albanese si è reso disponibile a inviare truppe a Kiev con funzione di peacekeeper come parte di una coalizione di alcuni paesi europei come Francia e Regno Unito. L’ambasciata russa a Canberra ha rivelato in una nota che unirsi alla coalizione comporterebbe «gravi conseguenze» per l’Australia. «La Russia ha ripetutamente chiarito che la presenza militare straniera in Ucraina è totalmente inaccettabile», si legge nella dichiarazione. «Pertanto l’idea di inviare contingenti militari occidentali in Ucraina sotto le mentite spoglie di peacekeeper è intesa a minare gli sforzi di pace. Canberra rimane fermamente dalla parte della guerra insieme a coloro che in Europa scommettono sull’escalation del conflitto nonostante gli incoraggianti cambiamenti verso i negoziati di pace». «Per coloro che sono inclini a interpretare questo messaggio come una minaccia: non lo è. È un avvertimento. La Russia non ha alcuna intenzione di danneggiare gli australiani e Canberra può facilmente evitare problemi semplicemente astenendosi da un avventurismo irresponsabile. Gli stivali occidentali sul terreno ucraino sono inaccettabili e la Russia non resterà osservatore passivo». L’Australia va in difesa: non c’è ancora una missione in programma, non è stata presa nessuna decisione Il ministro degli esteri australiano Penny Wong ha replicato ricordando che «l’Australia ha una fiera tradizione di sostegno alla pace attraverso 80 anni di contributi alle missioni internazionali, sottolineando che non esiste ancora una missione in programma e che non è stata presa alcuna decisione. «Il nostro messaggio alla Russia è di porre fine all’invasione illegale dell’Ucraina», ha proseguito Wong mostrando risolutezza e imperturbabilità. «Non ci faremo intimidire dal lavorare per una pace giusta per il popolo ucraino». Il segnale di apertura di Albanese a una missione di pace ha aperto una frattura bipartisan Lo scopo di qualsiasi forza di mantenimento della pace sarebbe garantire la sicurezza dell’Ucraina nel caso in cui la Russia rinnegasse i termini di un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti. Sarebbe in atto solo dopo un’intesa ufficiale e sarebbe simile agli attuali sforzi di mantenimento della pace nei quali l’Australia è coinvolta in Africa e in Medio Oriente. Il segnale di apertura di Albanese a unirsi a una missione di pace a Kiev ha creato una frattura bipartisan, col leader dell’opposizione, il conservatore Peter Dutton, che sostiene che gli europei «dovrebbero fare di più» e che l’Australia dovrebbe «concentrarsi sulle sue esigenze». Il ministro ai servizi sociali di Canberra, Amanda Rishworth, non è dello stesso parere. «La Russia ha esagerato e sta bullizzando l’Australia», ha dichiarato. «Al momento non è arrivata alcuna richiesta per un coinvolgimento diretto dell’Australia in un’eventuale missione di pace in Ucraina, ma se ciò dovesse accadere verrebbe presa seriamente in considerazione» nonostante le minacce (o gli avvertimenti) di Mosca.
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