lunedì 8 luglio 2024

Le elezioni francesi viste dall'Italia ( da Il Riformista, di Claudio Velardi)

 



Regna confusione in Francia dopo questo risultato del secondo turno delle elezioni legislative però i giornali italiani non rinunciano a quel tocco di provincialismo che li contraddistingue. C’è un dato di verità, unico e assoluto: fino a poche ora fa Macron veniva dato per spacciato, veniva considerato un mezzo matto che aveva perso totalmente il polso del Paese, la sua scommessa veniva segnalata come disperata. Addirittura il presidente del Senato, la seconda carica dello Stato, non molte ore fa ha definito Macron “micron“.

Politici e soprattutto giornali italiani hanno avuto, a mio avviso, una straordinaria lezione da Macron su come si fa politica con coraggio. Non c’è dubbio che alle elezioni Europee il presidente francese ha subito una sconfitta rovinosa ma il gesto, che a tutti è apparso folle, di indire le elezioni legislative a un mese di distanza dalle Europee si è rivelato una mossa politica significativa e assai intelligente.

Oggi con questa mossa Macron, che è a capo di una Repubblica presidenziale, potrà continuare a dare le carte (dà presidente della Repubblica) e cercare di formare un maggioranza che consenta alla Francia di andare avanti per i prossimi anni. Non sarà semplice perché dentro il blocco della sinistra c’è Melenchon, nemico giurato di Macron, che ha dichiarato solennemente di voler andare a governare.

In realtà gli stessi suoi potenziali alleati, interni alla sinistra, non hanno tutta questa voglia di andare a governare con Melenchon e hanno iniziato a dirlo già a partire da ieri sera. Comincerà una trattativa per comporre, a mio avviso, una grande coalizione tra i centristi e la sinistra senza il partito di Melenchon.

L’altro dato del secondo turno delle elezioni legislative francesi riguarda la destra: è facile dire “sconfitta Le Pen” ma attenzione perché il suo partito è cresciuto rispetto alle tornate elettorali precedenti. Non ha ottenuto una vittoria sgargiante ma è un risultato che tiene sempre la destra in una posizione importante per l’appuntamento decisivo dei prossimi anni.

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