Dopo ripetuti ammonimenti, gli Stati Uniti sono passati alle vie di fatto nei confronti della Turchia: il segretario di Stato Mike Pompeo ha annunciato sanzioni contro l'agenzia governativa di Ankara che si occupa dell'acquisto di armamenti (Sbb) come ritorsione per l'acquisizione del sistema missilistico russo S-400.
"Nonostante i nostri avvertimenti, la Turchia è andata avanti con l'acquisto dalla Russia e il collaudo del sistema S-400", ha affermato il capo della diplomazia Usa su Twitter. "Le sanzioni odierne contro l'industria di Difesa della Turchia dimostrano che gli Stati Uniti attueranno completamente le leggi federali Usa. Non tollereremo transazioni significative con il settore della difesa russo", ha assicurato Pompeo. Immediata la reazione di Ankara che ha definito le sanzioni "ingiuste": "Invitiamo gli Usa a rivedere la decisione ingiusta delle sanzioni e riaffermiamo di essere pronti a trattare la questione con il dialogo e la diplomazia, conformemente allo spirito di alleanza", ha fatto sapere il ministero degli Esteri.
Anche Mosca, per bocca del capo della diplomazia Sergei Lavrov, è intervenuta contro le misure considerate "illegittime", puntando il dito contro la "dimostrazione di arroganza Usa verso il diritto internazionale". "E naturalmente - ha sottolineato il ministro degli Esteri russo - non migliora la posizione internazionale degli Stati Uniti".
L'acquisto del sistema missilistico di difesa russo da parte di Ankara è stato messo all'indice da diversi Paesi occidentali, che ne hanno evidenziato l'incompatibilità con i sistemi Nato. In risposta alla consegna della prima batteria lo scorso anno, Washington aveva sospeso la partecipazione della Turchia al programma di produzione del caccia all'avanguardia F-35, ritenendo che gli S-400 potessero svelare segreti tecnologici. Finora il presidente Donald Trump aveva evitato di decretare sanzioni nei confronti di Ankara ma, in vista dell'addio alla Casa Bianca, si sono moltiplicate le voci di un'imminente adozione di simili misure restrittivi.
La settimana scorsa, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva fatto notare che una simile mossa sarebbe stata "irrispettosa" da parte di Washington nei confronti di "un partner Nato molto importante". E aveva lasciato intendere un possibile miglioramento delle relazioni bilaterali una volta insediatosi il nuovo presidente Joe Biden.
*******
Non sarebbe opportuno che Trump, almeno nei trenta giorni che precedono la sua uscita dalla Casa Bianca, fosse interdetto dall'assumere qualunque decisioni, specie quando queste possono avere riflessi sui rapporti futuri degli Usa con il mondo, lasciandoli gestire al futuro presidente, ieri ufficialmente proclamato?
Ci convinciamo sempre di più che Trump, se zittito, fino al 20 gennaio, farebbe meno danni al suo Paese ed al mondo. E temiamo che finanche nel giorno del passaggio delle consegne possa fare qualche gesto che è contrario alla tradizione di un paese di lunga democrazia. Da lui ci si può attendere di tutto, visto che anche dopo la proclamazione ufficiale di Biden presidente, continua a dire che non accetta il risultato elettorale ( P.A.)
Nessun commento:
Posta un commento