La distribuzione del vaccino Pfizer-BioNtech mette a dura prova i già fragili rapporti diplomatici tra Kosovo e Serbia. Il primo ministro kosovaro, Avdullah Hoti, ed il suo entourage, hanno reagito con dichiarazioni al vetriolo dopo le vaccinazioni dei cittadini serbi nel nord del Paese organizzate dal governo di Belgrado ed hanno annunciato indagini sulle modalità di ingresso del nuovo farmaco anti Covid-19 dalla Serbia.
"Se tale vaccino è arrivato in Kosovo attraverso vie illegali, le istituzioni di Pristina adotteranno le necessarie misure previste dalla legge nei riguardi delle persone coinvolte. Qualsiasi prodotto farmaceutico che entra nella Repubblica del Kosovo deve essere soggetto a regole di importazione, con autorizzazione all'introduzione in commercio del prodotto, rilasciata da KMA (Kosovo Agency for Medical Products and Equipment). Se un farmaco non segue questa procedura, è considerato un prodotto illegale", ha fatto sapere in un comunicato il governo kosovaro, secondo cui si configurerebbe il reato di contrabbando di droga, in quanto sulle basi delle informazioni ricevute dalla Polizia di Frontiera non esistono dati ufficiali in merito ad una distribuzione regolamentata del prodotto.
Il presidente serbo, Aleksandar Vucic, aveva annunciato la partenza della vaccinazione contro il Covid-19 per i serbi nel nord del Kosovo un giorno dopo l'inizio a Belgrado con alcune dichiarazioni ai giornalisti in cui spiegava che i primi vaccini sarebbero stati somministrati agli anziani di Leposavic, una città a maggioranza serba del Kosovo e in un secondo tempo anche la città di Mitrovica avrebbe ricevuto lo stesso trattamento.
La Serbia, che non riconosce l'indipendenza proclamata il 17 febbraio 2008 dal Kosovo, considerato parte del proprio territorio e sua provincia meridionale a maggioranza di popolazione albanese, è stato il primo Paese a ottenere vaccini nella regione balcanica ed il terzo ad utilizzarlo in Europa dopo Gran Bretagna e Svizzera grazie a un contratto firmato in anticipo con Pfizer.
Giovedì mattina, presso il Torlak Institute for Virology di Belgrado, la prima ministra serba Ana Brnabi?, accompagnata dal suo ministro del Lavoro e dal principale epidemiologo del Paese, è stato il primo premier europeo a vaccinarsi contro il Covid-19: una dimostrazione pubblica della fiducia del governo nel vaccino Pfizer-BioNtech, trasmessa in diretta sulle reti televisive nazionali con l'obiettivo di aumentare l'interesse tra la popolazione e dare una prova di forza nella regione balcanica. Il principale esperto serbo nella lotta contro il Covid-19, Predrag Kon, durante la prima giornata di vaccinazioni in Serbia ha affermato che questo è l'inizio della controffensiva del Paese contro l'epidemia. Secondo lui, il vaccino è un'arma potente nelle mani dei medici locali.
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