mercoledì 30 dicembre 2020

Virginia Raggi si ripresenta? E stravince anche questa volta? Interviene a favore dopo Maurizio Costanzo; di parere contrario Giorgio Montefoschi

Maurizio Costanzo ci crede al punto che si è fatto assumere dalla sindaca in scadenza, senza compenso, come consigliere 'ad personam' . Non solo. Lui è convinto ed è quasi certo che se si ripresenta, Virginia Raggi - che dovrebbe ripresentarsi secondo il celebre giornalista - vincerebbe, magari non con percentuali 'bulgare' come la prima volta, ma con buoni risultati.

 E sapete perché? Perchè lui fece alla sindaca, invitata al suo show al Teatro Parioli, la seguente promessa: se pulisce Roma la voto. La sindaca Roma l' ha pulita e Costanzo mantiene la promessa.

Non basterà naturalmente il voto di Costanzo a rieleggere la Raggi, anche perchè il celebre giornalista è chiaro che, pur vivendo a Roma ma non fa un passo a piedi;  di quel pò di strada che fa in macchina con ottime sospensioni e vetri oscurati non riesce a vedere nulla, né a sentire la puzza che i disastrati cassonetti in molte strade della città emanano. 

Servono i voti dei cittadini che, in buona parte, non la pensano come Maurzio Costanzo, al quale comunque nessuno può vietare di consigliare la Raggi. Ma visto che ha deciso di farlo, le consigli di pulire la città, che fa letteralmente schifo!  Altrimenti resterà solo lui a votarla e forse anche Beppe Grillo, qualora trasferisca la sua residenza nella capitale. Anche lui, molti mesi fa,  in una sua scappatina a Roma aveva dichiarato che di buche sulle strade non ne aveva viste neanche una. Vale il detto che non c'è più cieco di chi non vuol vedere!


 Fra coloro che certamente non la voteranno, c'è lo scrittore Giorgio Montefoschi che, anche lui sulle pagine del Corriere, vendo la vista ancora buona e non riuscendo a chiudere gli occhi per non vedere,  sa bene in quale stato pietoso sia ridotta Roma, già ridotta male dalle precedenti sindacature.

Ma poi Montefoschi si interroga anche su possibili candidati capaxci di sfidare Virginia Raggi. Dapprima dice di non voler fare nomi per non bruciarli, poi li fa. E, in effetti, non serve la sua proposta a bruciarli, perché i due nomi  proposti da Montefoschi sono già belli che bruciati: Paolo Baratta, ultraottantenne, 81 compiuti, da un anno dimissionato dalla Biennale di Venezia, che ha retto per un ventennio, e che avrebbe - a dire di Montefoschi - fatto molto anche per la città di Venezia. Cosa avrebbe fatto per la città di Venezia, oltre le ovvie ricadute sulla città dalla buona amministrazione della Biennale? Montefoschi conosce Paolo Baratta da vicino perché da molti anni egli è Presidente della Accademia Filarmonica Romana, nel cui consiglio direttivo siede anche sua moglie Lucia.

L'altro nome è quello che da più parti vanno facendo: Carlo Fuortes, definito 'buon amministratore' . Buon amministratore lo è, anche se di istituzioni non rapportabili ad una città, per giunta come Roma: Musica per Roma e il Teatro dell'Opera. E d'altro canto che Alemanno e Raggi - tanto per fermarci agli ultimi due- avevano  anche una lontana idea di amministrazione pubblica di una città come la Capitale? Perciò potrebbe farlo anche Fuortes. Fuori di dubbio, è accaduto anche con Conte che ci ha messo un paio d'anni ma alla fine il mestiere di premier  sembra l'abbia imparato.

 Fuortes avrebbe semmai un diverso impedimento, che non è l'età avanzata di Baratta, nel caso in cui la Raggi corresse davvero per il secondo mandato e lui  fosse candidato del PD. Dovrebbe dimettersi dall'Opera, e presentarsi come avversario di chi gli ha fatto la grazia di appoggiarlo in questi anni, anche quando si diceva che lo avrebbe mandato a casa alla prima occasione; e, di recente, lo ha pure riconfermato nell'incarico, dopo la furba manfrina con la Scala, per farsi confermare dalla sindaca a Roma.

Non potrebbe godere neanche dell'appoggio di Luca Bergamo, di area PD, vice sindaco ed assessore alla cultura, perchè lui ha pensato bene di sganciarsi dalla sindaca, in previsione di una non rielezione, pugnalandola, e ora attende, brama e spera che gli diano in premio l'Istituto di Cultura italiano di Parigi.  Che vuol dire: scannatevi fra voi, io sono già con un piede a Parigi, di quello che accadrà prossimamente a Roma me ne frego!  

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