mercoledì 16 dicembre 2020

Alexander Lonquich. Io assistetti ai suoi primi passi nel mondo della musica. Fu ad Assisi

l nostro Direttore artistico Alexander Lonquich ha preso parte ai lavori della seconda giornata del Convegno internazionale Formazione 2020: Musica e Conoscenza, organizzato dal Comitato Farulli 100 in collaborazione con la Scuola.


L’intervento, dal titolo Maestro/allievo: storie di trasformazioni relazionali, ha aperto la seconda giornata dei lavori ed è stato l’occasione per ripercorrere la ricca e articolata formazione di Lonquich, cui hanno contribuito, oltre alla figura paterna, personalità di primo piano nella cultura musicale del ‘900 quali Paul Badura-SkodaSergiu CelibidacheNikita MagaloffSándor Végh.
La “ricerca del maestro”, che il giovane pianista tedesco compie animato da una curiosità culturale di ampio raggio e dal desiderio di trovare stimoli e conferme alla propria crescita artistica, porta Lonquich ad interrogarsi sulla problematica relazione maestro/allievo, fino ad acquisire la consapevolezza che per trovare la propria strada siano indispensabili una analitica conoscenza del cammino compiuto dagli interpreti del passato ed una rilettura non dogmatica, arricchita dalla frequentazione delle arti e dall’esperienza del teatro, che permetta a quei testi ed ai loro interpreti di abitare il futuro.

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 Di un giovanissimo pianista tedesco che aveva vinto il  Concorso Casagrande di Terni a soli 17 anni, nel 1977,  per molti una autentica rivelazione, sentii parlare all'indomani di quel concorso ( allora scrivevo per Paese Sera).

Ma per la prima volta di persona  lo incontrai , non ricordo bene se nel 1980 o l'anno seguente, al festival, 'Festa Musica Pro', con annessi corsi di perfezionamento, organizzato ad Assisi, da Giuseppe Juhar ( dopo che era andato via da Città di Castello, dove con Lisy aveva fondato il Festival delle Nazioni). Dicevo dei Corsi di perfezionamento con docenti di primissimo piano, da Janigro che insegnava violoncello (fra i suoi allievi in quella stessa circostanza, anche  Mario Brunello) e  Dino Asciolla, viola ( in quella classe studiava anche Tabea Zimmermann) a Franco Ferrara che i asegnava direzione d'orchestra, SandorVegh che insegnava musica da camera, a Paul Badura-Skoda, nella cui classe comparve anche Alexander Lonquich con la sua fidanzatina del tempo. Se non ricordo male c'era anche Jean-Marc Luisada, in quella classe. Era un ragazzo timido, Alexander,  anzi timidissimo, e Badura-Skoda si prese cura di lui in maniera molto particolare. Poi lo incontrai di nuovo a Roma, se non ricordo male al Teatro Eliseo, dove suonò con Nikita Magaloff ecc...

Poi, due anni dopo, 1983, nacque la rivista Piano Time , che dirigevo, e naturalmente a lui dedicai quel giusto spazio che si era già guadagnato nel panorama musicale.

 L'ultima volta che lo incontrai da vicino fui quando nel 1985, per celebrare la nascita di Bach-Haendel-D.Sarlatti, Anno Europeo della Musica, organizzai il Concorso di composizione Fogli d'album, con una  giuria che adesso possono solo sognarsela, e la sponsorizzazione di Steinway. 

 Per la fine del concorso,  una tavola rotonda, a Villa Medici, presente tutta la giuria, ripresa da Rai 3,  ed un  concerto. In quell'occasione chiesi a Lonquich di tenerlo all'Auditorium del Foro Italico, dedicandolo al repertorio dei Fogli d'album, partendo da quelli storici, conosciutissimi, e finendo ai due che avevano vinto il concorso. Anche il concerto fu naturalmente trasmesso da Rai 3. Altri tempi.

 Non posso dire quanto l'influenza di certi maestri abbia avuto peso  sulla formazione di un giovane musicista molto dotato. Certo è che, avendo assistito tante volte alle lezioni di Badura-Skoda, del quale divenni amico e che ho frequentato fino a pochi anni fa, l'insegnamento di un maestro 'vero', come è stato Badura-Skoda, non passa senza lasciare traccia. ( P.A.)

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