Tutto è ancora da provare, ma le ipotesi di accuse sono pesanti: corruzione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio. Risuonano nel Teatro Regio di Torino, uno dei templi italiani della musica e della lirica, rimbalzano a Lugano e fanno tappa in Kazakistan. Una bufera che squarcia un velo sulle modalità d’ingaggio e accaparramento degli artisti a livello mondiale, coinvolgendo a vario titolo esponenti di più settori collegati in Italia e nel Canton Ticino.
Ai tempi silenziosi del Covid, con musicisti, cantanti, impresari messi forzatamente in quarantena, tacciono gli strumenti ma si levano le note di un’altra musica, quella degli atti giudiziari. E, ironia della sorte, l’inchiesta aperta dalla magistratura del capoluogo subalpino è già stata fascicolata sotto il titolo di "Spartito".
Ma andiamo con ordine per ricostruire una vicenda i cui tasselli stanno cercando di mettere insieme i militari del Nucleo di polizia economica-finanziaria della Guardia di finanza, con perquisizioni in molte città e teatri italiani. I militari (coordinati dal procuratatrice aggiunta Enrica Gabetta e dalla procuratrice Elisa Buffa di Torino) avrebbero individuato alcune "anomalie" nella gestione dell’ex sovrintendente della Fondazione lirica del Regio, William Graziosi, riguardanti incarichi per il telemarketing affidati a persone a lui vicine.
Ma andiamo con ordine per ricostruire una vicenda i cui tasselli stanno cercando di mettere insieme i militari del Nucleo di polizia economica-finanziaria della Guardia di finanza, con perquisizioni in molte città e teatri italiani. I militari (coordinati dal procuratatrice aggiunta Enrica Gabetta e dalla procuratrice Elisa Buffa di Torino) avrebbero individuato alcune "anomalie" nella gestione dell’ex sovrintendente della Fondazione lirica del Regio, William Graziosi, riguardanti incarichi per il telemarketing affidati a persone a lui vicine.
I reati ipotizzati: corruzione e abuso d’ufficio per due episodi. Il primo riguarderebbe uno scambio di favori con un corista e sindacalista, Roberto Guenno, già candidato per il M5s alla Regione Piemonte e al Comune torinese. Il secondo porterebbe alla "pista svizzera": uno scambio di favori con un’agenzia che ha sede a Maroggia (Lugano), La "Ariosi management", specializzata nei contatti e nel procurare artisti lirici (e non solo) di levatura mondiale. Secondo le ipotesi di reato Graziosi si sarebbe impegnato a selezionare cantanti attingendo alla "Ariosi" in cambio di prezzi vantaggiosi: gli artisti che volevano esibirsi al Regio avrebbero dovuto passare attraverso la società svizzera. Il rappresentante legale, Alessandro Ariosi, che abita a Milano, è stato iscritto nel registro degli indagati insieme con Graziosi per corruzione.
Un sistema che - fanno rilevare gli inquirenti - sarebbe già stato ampiamente collaudato con Ariosi nelle precedenti esperienze lavorative in Kazakistan dove Graziosi era consulente del Ministero della cultura del governo kazako per il teatro della capitale. Il "modello", trasferito a Torino, avrebbe fruttato - sempre secondo gli uomini della Finanza - vantaggi sia a Graziosi sia all’agenzia di Lugano che nel giro di un anno avrebbe triplicato il fatturato, con una lievitazione che ha raggiunto i 700 mila euro. Inchiesta difficile, in quanto avviata in Italia con una presunta ramificazione nel Canton Ticino, dove la magistratura e i militari della Finanza italiane non possono operare direttamente.
Graziosi era arrivato a Torino nel 2018, chiamato dalla sindaca Chiara Appendino, dopo le dimissioni del suo predecessore, Walter Vergnano, per 19 anni alla guida dell’ente: con lui aveva lasciato anche il direttore artistico e direttore d’orchestra Gianandrea Noseda, il maestro che è anche alla guida di Stresa Festival. I due, insieme avevano rilanciato l’immagine del Regio anche a livello internazionale, ma la fondazione lirica si trovava in difficoltà, con un buco di 1,7 milioni di euro. Il cambio avrebbe dovuto preludere a un ritorno finanziario meno preoccupante. Così non è andata: Graziosi, ora al centro dell’inchiesta, è rimasto nel capoluogo torinese 13 mesi, poi sostituito dall’attuale sovrintendente, Sebastian Schwarz il quale si augura che "si faccia chiarezza al più presto". È ciò che stanno cercando di fare le Fiamme Gialle e la magistratura italiana, seguendo la pista svizzera che potrebbe portare anche ad altri clamorosi sviluppi.
13.06.2020
Alla fine della storia vedrete la verità in merito alle calunnie dette in quantità per fine egoistici e di vendetta! I condannati a prescindere sono in realtà innocenti e avranno la loro giusta soddisfazione di vedere la giustizia ristabilita e i calunniatori accusatori che diventeranno accusati!!!
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