Rai Radio3 in collaborazione con l'Accademia Filarmonica romana corona le celebrazioni per il 250/mo anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven con una grande festa musicale proprio il 16 dicembre, dopo gli spazi di ascolto e approfondimento riservati al compositore tedesco nel palinsesto di quest'anno.
Alle 20.30 Radio3 Suite si collegherà con la Sala Casella dell'Accademia filarmonica romana per un concerto pensato e prodotto per il pubblico radiofonico, condotto da Oreste Bossini e Andrea Penna. Protagonisti della serata i pianisti Gabriele Strata e Andrea Lucchesini, il Quartetto Prometeo, cui si aggiunge il violista Stefano Zanobini.
Si comincia con la Sonata per pianoforte in do minore op. 13 «Pathétique», eseguita da Gabriele Strata, vincitore nel 2018 del Premio Venezia. Il Quartetto Prometeo affronta il Quartetto in do diesis minore op. 131, una delle pagine più enigmatiche e sconvolgenti di Beethoven.
Gran finale con Andrea Lucchesini che interpreta il Quarto Concerto in sol maggiore op. 58 in una rara trascrizione per pianoforte e quintetto d'archi che risale alla cerchia più vicina a Beethoven, che ha modificato di suo pugno la parte solistica. Stefano Zanobini, prima viola dell'Orchestra Regionale Toscana, si affianca al Quartetto Prometeo per dar vita alla prima esecuzione radiofonica italiana di questa preziosa trascrizione. (ANSA).
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Il volume che raccoglie i Concerti per pianoforte e orhestra di Beethocen trascritti per pianoforte e quintetto d'archi è frutto della collaborazione tra i Dipartimenti di Musicologia e Composizione del Conservatorio di Milano. L'esigenza che si è presentata è stata duplice: da una parte la realizzazione di una partitura "d'uso", a partire dalla presenza delle sole parti staccate, destinata alle classi di pianoforte e musica da camera; dall'altra il tentativo di impostare una sorta di revisione critica di un testo musicale che si è presentato più complesso del previsto. Il primo obiettivo è stato quello di scegliere il vero punto focale della revisione, che non era tanto Beethoven, quanto il testo dello stesso Lachner, testo che si inserisce appieno nella nobile arte della trascrizione che tanta parte ha avuto nella diffusione della musica "alta" come nel consolidamento del mito di Beethoven. L'edizione di riferimento, licenziata nel 1882 per i tipi della Cotta Verlag - Stuttgart e che vide come insigne curatore Sigmund Lebert, porta infatti una prefazione che recita così: "Concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven rivisti ed editi "per pianoforte solo o con accompagnamento di un secondo pianoforte, quintetto d'archi od orchestra completa - per lo studio musicale e l'esecuzione nelle sale da concerto". Dichiarazione d'intenti che ben chiarisce il senso e la destinazione di quest'opera.
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