La crisi dell'Arena con il suo enorme buco di bilancio, Tosi sindaco e sovrintendente il suo amico geometra, Girondini, sembrava alle spalle dopo l'arrivo di Attila/Fuortes, commissario, che aveva chiuso l'Arena per un paio di mesi - molti vi avevano visto la prima attuazione soft del progetto Nastasi che voleva mantenere solo un paio di Fondazioni liriche, retrocedendo tutte le altre a 'teatri di tradizione' - che a sua volta aveva chiamato dall'Accademia di S. Cecilia Giuliano Polo, sovrintendente, ed aveva confermato la principessina dagli 'occhi di ghiaccio' ,come Turandot, Francesca Tartarotti, figlia del finanziere Francesco Micheli, a governarne le finanze. Poi Fuortes ha lasciato Verona nelle mani del 'suo' sovrintendente che a fianco aveva la zarina ecc...
Se non che non ha fatto i conti con le elezioni cittadine che hanno disarcionato Tosi e messo in sella l'avv. Sboarina, centrodestra, con alcune liste che l'hanno appoggiato, fra cui quella di Fratelli d'Italia, capolista Cecilia Gasdia.
Appena insediati, il nuovo sindaco e l'assessore competente, hanno messo mano alle nomine di cui hanno competenza - non si dimentichi che il sindaco è, per legge, presidente della fondazione lirica della sua città- e a Giuliano Polo hanno fatto capire che aveva i giorni contati, come anche al vice direttore artistico (vice di chi?), clarinettista nell'orchestra areniana. E intanto cominciavano a circolare i primi nomi dei rispettivi successori. Per la sovrintendenza, quelli di Orazi - per lui un ritorno; qualche anno fa aveva proposto la copertura dell'Arena! - ed anche Mauro Meli. Sia Orazi che Meli lavorano da poco più di un anno a Cagliari, ma evidentemente la convivenza non li soddisfa entrambi e neppure il clima isolano. E, d'ora in avanti saranno candidati a tutto il candidabile; mentre sarebbe auspicabile che da subito il sindaco di Cagliari li sbatta fuori ambedue con un sonoro calcio in culo.
Il primo nome era quello della capolista di Fratelli d'Italia, Cecilia Gasdia, veronese, che reclamava da Sboarina, la giusta ricompensa per l'appoggio alla vittoria elettorale. Lei chiedeva per sè la carica di direttore artistico, mai esercitata prima. Si dirà che c'è sempre una prima volta. Ma che il debutto debba avvenire in una fondazione importante con grossi guai, non è proprio il massimo. Cecilia Gasdia ha fatto una bella carriera da cantante ed ora fa l'insegnante di canto, ma che abbia le carte in regola per debuttare come sovrintendente - come il consiglio di indirizzo ha già indicato a Franceschini, dal quale si attende la nomina ce ne corre. A dirla tutta: a Franceschini che gli frega se l'Arena finisce di nuovo male come prima e peggio di prima, non essendosi mai ancora risollevata dai guai passati? Se dovesse andare malissimo la si chiude e si tiene aperta soltanto per la stagione estiva in Arena; si affitta un'orchestra, un coro ed un corpo di ballo e il bubbone della Fondazione guarisce definitivamente, con la sua chiusura. Sboarina nel frattempo, magari, non sarà più sindaco o terminerà il mandato con la Gasdia, se durano l'uno e l'altra.
Ma c'e un'altra grande novità per l'Arena, anche se si tratta di un ritorno: la nomina del nuovo direttore (segretario, consulente) artistico, individuato in Renzo Giacchieri che a Verona lo conoscono bene perchè è già stato sovrintendente giusto vent'anni fa, succedendo a De Bosio. Giacchieri che si è sempre più dedicato alla regia lirica, ha certo una esperienza da vantare nel campo. Ma, per la sua scelta, non si è pensato solo a questo; si è attinto alla riserva 'di destra' (democristiana) cui Sboarina fa riferimento e Giacchieri pure. Non importa se dovrà affiancare e guidare la cinquantasettenne Gasdia, che naturalmente conosce già bene, con la saggezza e l'esperienza dei suoi ottant'anni.
Lunga vita all'Arena di Verona!
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