lunedì 22 gennaio 2018

Due lettere inedite ( 1959) sulla nascita dell'Istituto di Studi Verdiani a Parma


In una copia del primo volume degli 'Studi verdiani' - uscito nel 1960, e dedicato, come era negli intenti del neonato istituto, ad un'opera del catalogo verdiano che, nel caso particolare, era Un ballo in maschera - che abbiamo acquistato anni fa nel mercatino domenicale di Porta Portese, a Roma, abbiamo trovato, con grande sorpresa - ce ne siamo accorti soltanto ora, quando per ragioni di studio siamo andati a sfogliare quel volume - due lettere che hanno a che fare con la fondazione dell'Istituto di Studi Verdiani, inaugurato alla presenza dell'allora ministro della Pubblica Istruzione, sen. Giuseppe Medici, l'11 aprile 1959, affidato per la direzione al m. Mario Medici, omonimo del ministro, ma non suo parente neanche lontano, che si era battuto a lungo per la sua nascita.

La prima lettera, datata: Parma, 23 aprile 1959, su carta intestata del neonato 'Istituto di Studi Verdiani - Via del Conservatorio, 27 - Parma', è battuta a macchina, ma con firma autografa: Luciana e Mario Medici, ed è indirizzata a destinatario sconosciuto, al quale appartiene invece la minuta manoscritta della seconda lettera che altro non è che la risposta al direttore dell'Istituto, suo amico, che l'aveva informato della nascita della istituzione verdiana a Parma, per la quale s'era tanto prodigato.

Il destinatario, dalla cui biblioteca privata, proviene quel numero di Studi Verdiani che acquistammo a Porta Portese, non ci è dato di identificare, perchè la minuta della risposta non ci aiuta minimamente.
I
In quello stesso numero di Sudi verdiani il destinatario della lettera del m.Mario Medici aveva conservato anche i ritagli di alcuni giornali che parlano dell'apertura dell'istituto di Parma ( Resto del Carlino, due articoli, uno non firmato e l'altro a firma Duilio Courir, e Oggi settimanale, a firma Teodoro Celli), ai quali accenna nella sua lettera di risposta, definendoli 'palli', ad eccezione di quello 'molto migliore' di Celli, sul settimanale Oggi ( 23 aprile 1959).

Ecco i testi:

Parma 23 aprile 1959

Illustre e caro Dottore,

in breve e in fretta, per segnalarle una mia recente “conquista”
che non le dispiacerà. Dopo le Onoranze toscaniniane, sono riuscito a far sorgere qui a Parma l'Istituto di Studi Verdiani. E' una realizzazione importante, che quanto prima darà i suoi frutti. Mi permetterò di tenerla informata, perché la considero uno dei pochi ma illustri amici di cui vado fiero.
Con il ricordo costante di mia moglie e mio, e con la preghiera di ricordarci alla Signora, affettuosamente e rispettosamente,
suo Luciana e Mario Medici



La risposta del destinatario, che non si fa attendere, debitamente battuta a macchina inviata al m. Mario Medici, si troverà quasi certamente nell'archivio dell'Istituto Verdiano. La minuta, che di seguito trascriviamo, è scritta a mano, sul retro di un foglio che reca l'intestazione dattiloscritta: La documentation francaise. Secretariat general du Gouvernement - Direction de la Documentation - Service des conferences. 16, rue Lord Byron – ELY. 82-00 -Paris, le 24 avril 1959.


2/5.59

Caro Maestro,

insieme al suo buon ricordo che le assicuro cordial.(mente) ricambiato, la notizia della fondaz.(ione) dell'Istituto Verdiano desta in me la più viva gioia.
Indovino, attraverso i pallidi resoconti dei quotidiani ( e a quello molto migliore , di Oggi) quanto lavoro debba essere stato svolto da Lei, quante difficoltà e intrighi superati, per arrivare felice in porto.
Le auguro di raccogliere grandi soddisfazioni, che merita, curando in avvenire lo sviluppo dell'Istituto, che auguro vitale e prospero. Se vorrà tenermi informato mi farà molto piacere.
Indovino anche l'appoggio che le avrà dato ai suoi sforzi la gentile signora Luciana.
Verso entrambi sono sempre vivi i sentimenti di affettuosa simpatia di mia moglie e miei, che godo di esprimerle in questa occasione con la più schietta cordialità.
Suo ...
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Nel 1978 il m. Mario Medici lasciò la direzione dell'Istituto di Studi Verdiani; nel 1980 gli subentrò il prof. Petrobelli al quale, alla sua morte, è subentrato, dal 1 gennaio 2015 il compositore Nicola Sani, il quale, nonostante la protesta generale del mondo degli studiosi verdiani al quale egli non appartiene, ha voluto dare una svolta.
Gli scopi dell'Istituto, come descritti alla sua fondazione, consistono nel raccogliere i documenti relativi a Giuseppe Verdi e alle sue opere, pubblicarli regolarmente attraverso i volumi degli 'Studi Verdiani', con apparato critico, procedere alla edizione critica delle sue opere, e offrirla al 'Festival Verdi' , di cui si augurava la nascita, e che sarebbe dovuto diventare l'espressione operativa di quell'istituto di ricerca, la sua vetrina esecutiva. Ciò che anni appresso sarebbe accaduto a Pesaro, con l'attività della 'Fondazione Rossini' e del rinomato 'Rossini Opera Festival'.

Parma, che in quegli anni si accingeva al restauro/ricostruzione del magnifico Teatro Farnese, benchè non avesse ancora una orchestra ed una macchina organizzativa all'altezza della notorietà di Giuseppe Verdi, poteva già disporre del capiente Teatro Regio.
Ma il Festival Verdi - benchè il musicista non avesse bisogno di una vera e propria 'renaissance' come invece necessitava Rossini e che Pesaro è stata in grado di avviare - non è mai decollato, nonostante tentativi anche recenti, ad eccezione di alcune edizioni pregevoli, per lo più coincidenti con importanti appuntamenti 'anniversari' del musicista.

L'arrivo di Nicola Sani, nella protesta generale, ha impresso una svolta all'Istituto, alla cui presidenza è statoi chiamato in ragione della sua 'meritoria opera politica e diplomatica', come ha scritto Mauro Balestrazzi su Repubblica.it (Parma).

Sani, a sua volta, ha chiamato a collaborare, cercandoli nella cerchia dei 'non verdiani', due suoi fedelissimi: per la 'direzione scientifica' dell'istituto una sua collaboratrice alla Fondazione Scelsi, Alessandra Carlotta Pellegrini: “studiosa di musica del Novecento, senza titoli come ricercatrice verdiana ma che ha operato molto bene nell'Archivio Scelsi”; e alla direzione della Rivista di Sudi Verdiani, Sandro Cappelletto “eccellente giornalista e scrittore, nonché autore di testi teatrali e per il teatro musicale” ma che musicologo non è, e tanto meno studioso verdiano, giustificando la sua scelta: “per dirigere la rivista non occorreva un musicologo, ma un uomo di comunicazione in grado di lavorare con il meglio delle ricerca verdiana”. Sani concepisce l'Istituto che presiede. “non solo come un luogo di studio e di memoria, ma una struttura che sfrutta la tecnologia e tutte le forme di comunicazione per dialogare con la vita reale”.

La musicologia mondiale, offesa da una simile bastardizzazione di un Istituto di studio e ricerca che vanta un passato glorioso e vertici altrettanto gloriosi, dopo aver protestato in coro e duramente ma inutilmente, si è ritirata 'sull'Aventino' dell'Università di Berna, dove ha dato vita ad una pubblicazione di studi verdiani, dal titolo 'Verdi Perspektiven', affidata per la direzione ad un illustre studioso verdiano, il prof. Anselm Gerhard.


All'uscita dei primi numeri delle rispettive ricerche, è emerso immediatamente come gli Studi verdiani 'all'italiana' siano finiti, a Parma, in mani quasi sacrileghe, se non incompetenti. Nei primi due numeri affidati all'esimio studioso e 'uomo di comunicazione' Cappelletto, per la direzione scientifica di Alessandra Carlotta Pellegrini, è evidente l'invasione di uno stuolo di compositori, del giro di Nicola Sani, che parlano di Verdi, esattamente come farebbe Nicola Sani che Verdi conosce pochissimo.  

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