Ha sorpreso tutti, a dire il vero, ma noi forse per una ragione diversa dagli altri, quel vademecum di comportamento, istituzionale e non (sì, anche personale, perchè si leggono consigli ed anche norme che riguardano la persona) rivolto dalla Serracchiani agli amministratori della sua regione, Friuli -Venezia Giulia, il cui governo sta per lasciare, per tornare a ' non far parlare' di sé in Parlamento. Perchè potrebbe indurre a pensare che esistano i 'comunisti' " sporchi, mal vestiti, e maleducati", riprendendo quanto un comunista 'al profumo di cachemire', Bertinotti, andava rimproverando al pensiero borghese. E che, a quei comunisti, sia necessario insegnare l'educazione: come ci si veste, come si sta a tavola, come ci si comporta in pubblico.
Il galateo si rivolge ovviamente ad amministratori maschi e femmine. Alle quali ultime, ad esempio , consiglia di 'profumare' ma con discrezione - meglio abbondare con il sapone che con i profumi, secondo la Serrcchiani - di non indossare tacchi a spillo e minigonne, 'stile Bellomo' - che, scendendo da una macchina le costringerebbero a mostrare 'piazza sanpietro e la basilicavaticana' - e di esibire scollature non vertiginose - che le esporrebbero agli sguardi degli amministrati, come fa ai turisti 'la terrazza del Pincio su Piazza del Popolo'. Insomma tutti consigli di buon senso, ma forse inutili. Come inutili sembrano anche i consigli su come si sta a tavola, e l'ordine tassativo, attraverso decreto regionale, di evitare il 'risucchio' mangiando minestre e brodaglie che, nelle regioni fredde come la sua, si consumano frequentissime.
Di norme e consigli il vademecum della Serrachiani ne contiene una cesta, e qui non possiamo elencarli tutti, ci vorrebbe un post lungo una ventina di pagine. Vogliamo invece soffermarci su un aspetto che ci fa ritenere il suo vademecum del tutto inutile, salvo che...
... Lei non conosca a fondo molti dei suoi amministratori e non ne condivida i comportamenti esteriori, perchè quelli del suo partito, per quanto non siano più comunisti doc, non sono diventati ancora come il loro portabandiera Bertinotti, 'comunisti in cachemire', e perciò continuano ad essere, secondo la tipologia borghese: 'sporchi, mal vestiti e maleducati'. E dunque la disciplina di partito impone di educare.
Ci perdoneranno i lettori, se per dimostrare la nostra tesi, ci occuperemo di forma, di esteriorità; ad esse si rivolge la Serracchiani. Lei teme che amministratori ed amministratrici non possano far fare alle rispettive amministrazione bella figura, perché si comportano da 'burini', si vestono da 'burini' come si dice a Roma. E' qui che, forse, sbaglia.
Basterebbe che Lei, in prima persona, riguardasse le foto degli anni in cui è entrata in politica e le confrontasse con quelle di oggi per dire a se stessa che la politica fa bene agli amministratori, e meglio ancora alle amministratrici, per capire quale metamorfosi abbia Lei medesima subito.
Insegna loro la Politica come vestirsi, come comportarsi, quale taglio di capelli incornici meglio il loro bel faccino ecc... Certo se alla base c'è l'idiozia e la scarsa intelligenza, a quella non può portare rimedio l'ingresso in politica, quella resta, anche se mimetizzata.
Alla lettura del vademecum della Serracchiani, c'è passata davanti agli occhi la sequenza fotografica di molte delle donne impegnate in questi ultimi anni in politica, permettendoci di rafforntare la loro immagine di oggi a quella degli esordi. Non c'è paragone.
Il caso per noi più emblematico è quello della ex governatrice del Lazio, Renata Polverini. Chi potrebbe giurare, guardandola oggi, che Lei sia la stessa governatrice di un tempo? Non si offenda la Polverini. Quando si candidò alla regione Lazio, sembrava una operaia od impiegata di qualche cantiere edile, dal quale senza trucco e parrucco era arrivata direttamente in tv. Osservatela ora. A Roma si direbbe è una 'strafiga' nell'esteriorità: è sempre ben vestita, anche griffata, ben truccata, con i capelli in perfetto ordine. Insomma un'altra persona. Lo stesso potremmo dire della Lorenzin, e ancor di più dell'aspirante governatrice del Lazio, la 'Cinquestelle' Lombardi, come anche dell'attuale commissaria alle zone terremotate, Paola De Micheli che, finalmente, hanno ben consigliato soprattutto sul taglio di capelli, che un tempo esibiva in stile 'squinzia', ma anche a Mariastella Gelmini, davvero irriconoscibile che ha imparato anche a parlare, pur confermandosi fra le più insopportabili.
Passando in rassegna tutte queste signore che ora sanno almeno come conciarsi e come vestirsi, come certamente non sapevano fare prima di entrare in politica, abbiamo un sogno, quello di vedere quale trasformazione l'ingresso in politica potrebbe produrre su Susanna Camusso. Se non siete ancora del tutto convinti della nostra tesi, e cioè che l'ingresso in politica fa bene, almeno all'aspetto esteriore delle persone impegnate, pensate a come si sia addolcito il viso della ministra Pinotti che, quando fu scelta per fare il Ministro della Difesa, la scelta fu motivata soprattutto dal fatto che sembrava un generale, con tutti gli attributi, e perciò nessuno dei suoi sottoposti dalla ultima recluta al generale di Stato Maggiore avrebbero potuto mai dire: noi non ci facciamo comandare da una donna!
Chi ancora non siamo riusciti a convincere della nostra tesi, si faccia una passeggiata in centro, a Roma, dalle parti del Parlamento, nei giorni in cui si svolgono lavori in aula, e assisterà ad una sfilata di donne, parlamentari e assistenti, griffate dalle testa ai piedi, truccate come si deve, qualcuna con un pò di esagerazione, e appena uscite dal parrucchiere... come dovessero andare a compiere qualche missione di tutt'altro genere e non una seduta parlamentare dove affrontare e risolvere i problemi del paese.
Ci sono, naturalmente, parlamentari delle quali non abbiamo potuto seguire la evoluzione 'esteriore', e che si sono sempre presentate come signore, vestite di tutto punto. Quelle stanno in Parlamento da secoli e perciò da tempo si sono adeguate allo stile 'politico' ( pensiamo ad Anna Finocchiaro, ex magistrato, catanese, in Parlamento dal 1987, da trent'anni, e di anni ne ha appena più del doppio, vestita sempre in stile 'via Condotti').
E poi ci sono anche molte parlamentari giovani e giovanissime che fin dalla prima apparizione sono apparse come le loro compagne meno giovani, dopo il trattamento imposto e 'pagato' dalla politica. Ma quelle sono in genere signorine o signore che vengono dal mondo dello spettacolo ( un esempio su tutte, la Carfagna) - dove l'apparenza conta più della sostanza', o delle professioni ( modello Boschi), dove da subito hanno imparato che occorre sapersi presentare, altrimenti non possono godere della fiducia dei loro clienti. Che è poi ciò che la Serrachiani si propone con i suo Vademecum.
Abbiamo volutamente tralasciato di occuparci dei politici maschi, perchè questi, quando provengono dalla campagna - dove alcuni avrebbero fatto meglio a restare - recano indosso un distintivo, che li marchia a vista: la camicia con i polsini, e nell'abbinare pantaloni e giacca o camicia e cravatta, sembrano aver attinto da stampelle e cassetti diversi.
Dunque la politica sembra far bene ai politici, donne soprattutto. E allora che bisogno c'era per la Serracchiani, alla fine del suo mandato di governatrice, di distribuire quel Vademecum di comportamento, quel galateo istituzionale e personale. Due le ragioni, le uniche che lo giustificherebbero semmai, ai nostri occhi. Forse i politici (amministratori) locali non subiscono la stessa trasformazione di quelli nazionali, rispetto ai quali sono certamente svantaggiati anche sotto il profilo degli emolumenti (loro non sono ben pagati come in Parlamentari, e per questo spesso li si becca con le mani nel barattolo della marmellata delle tangenti: hanno bisogno di arrotondare); o forse quelli friulani ai quali la Serracchiani si rivolge, sono particolarmente bifolchi o 'burini', detto alla romana. Questo solo Lei può saperlo.
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