Con una intervista a Rita Sala - l'unica portavoce giornalistica del maestro del quale raccoglie puntualmente ed a ritmi serrati, pensieri e pronunce, senza mai avventurarsi in interpretazioni, che poi risultano più o meno, anche se benevolmente e senza colpa, errate - sul 'Messaggero' di oggi dà il microfono al Maestro, alla vigilia di una sua importante tournée mondiale che lo vede a capo prima della Cherubini , e dopo anche dei Berliner e dei Wiener. L'occasione serve a Muti ed anche a Rita sala per parlare del prossimo - estivo - nuovo impegno del maestro, quello didattico, nel senso tecnico del termine, nella direzione d'orchestra e concertazione, che lo impegnerà a Ravenna, nel corso del festival di sua moglie Cristina, per la preparazione del Falstaff che proprio al Ravenna festival vedrà il debutto.
Muti ripete che, ad un certo punto della vita, si sente quasi morale l'obbligo di trasmettere alle giovani generazioni un patrimonio di tradizioni e saperi che potrebbe andar perduto. Del quale lui protagonista della vecchia scuola di sente depositario.
Ma l'occasione per ribadire tali concetti altre volte già espressi dal maestro - di nuovo c'è solo che nella scelta dei dieci allievi effettivi conteranno i titoli di studio degli aspiranti, nel caso specifico, di pianoforte e composizione, senza i quali lui non ammetterà nessuno al corso di direzione e maestro collaboratore, e bene fa! - gli serve anche e per l'ennesima volta per correggere alcune sue dichiarazioni recenti, anzi alcune interpretazioni di sue recenti dichiarazioni, apparse nientemeno, le une e le altre e non del medesimo segno, sul Corriere, firmate da due esegeti del maestro, uno dei quali sembra essere passato alla scuola apocrifa, ed un altro restato a quella canonica di sempre, la quale pure sembrerebbe non esser piaciuta, perchè non auitentica, al maestro.
Comunque il maestro è amareggiato al punto che dichiara a Rita Sala: Lasciatemi in pace, dimenticatemi. A seguito egli spiega di "certe dichiarazioni che avrei presuntamente fatto,osservazioni improbabili spacciate per mie, sono arrivato ad una precisa consapevolezza:vorrei essere lasciato in pace. Dimenticatemi. Non chiamatemi in continuazione per avere giudizi su questo e quell'evento.Non chiedetemi di prendere posizione su qualsiasi argomento,vicino o lontano da me, spesso e volentieri anche non musicale... Adesso vorrei lavorare in pace, al di là delle dietrologie, e del 'misundestanding' "- che vorrà dire, noi non capiamo, ma lo trascriviamo comunque.
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