Per parlarne già la seconda volta, in pochi mesi, sul 'Corriere della Sera', del direttore generale al Ministero, facendo nome e cognome, il nostro collega illustrissimo, Paolo Isotta, deve averne piene le tasche. Di Salvo Nastasi. Certo c'è anche chi - pochissimi, anzi quasi nessuno - ne parla da anni e spessissimo, come noi facciamo da tempo, benchè non autorevoli quanto il nostro collega, e su mezzi di informazione non titolati come il suo, ma sempre per la medesima buona causa. Quale? Frenare, meglio stroncare lo strapotere di Nastasi che comanda come un satrapo, e fa danni su danni nel mondo musicale, imponendo persone di sua fiducia ma non meritevoli, e metodi di gestione che dire clientelari è eufemistico . Egli è forte e resta tale da tempo immemorabile - da quando ce lo mise un dimenticato ministro del governo Berlusconi - perchè ha padrini e protettori eccellenti: leggi Letta zio.
Isotta ne ha parlato per il caso dell'Orchestra e Coro 'Giuseppe Verdi' di Milano, il cui profilo giuridico all'interno delle categorie in cui si articola il mondo musicale italiano non si riesce a definire. Insomma nonostante che abbia oltre vent'anni di vita, che abbia un suo auditorium, e che faccia attività 365 giorni all'anno, la nobile orchestra milanese non riceve dal FUS, GESTITO da NASTASI, complice Franceschini 'mezzo disastro' che naturalmente non capisce nulla in materia, quel che si merita. Ed ora per l'ennesima volta Franceschini - c'è da credergli? - dopo l'accusa lanciatagli anche da Isotta appunto, ha promesso di occuparsene. C'è da credergli finché c'è Nastasi che non se ne è occupato volutamente da molti anni a questa parte, cioè da quando il problema è venuto alla luce in tutta la sua drammatica urgenza?
Isotta, nel caso dell'Orchestra Verdi ha denunciato esplicitamente trattamenti di favore riservati da Nastasi a certi festival di 'amici', di Nastasi, come Ravenna, Spoleto, Torre del Lago e dello stesso Isotta ( Ravenna in primo luogo, ma anche Spoleto), di contro alla durezza con cui ha trattato il caso della Verdi.
Isotta, proprio oggi, torna ad accusare Nastasi, quale protettore di Rosanna Purchia, sovrintendente da lui voluta ed ora scaduta del Teatro San Carlo, a sua volta protettrice del direttore artistico, pur esso scaduto, Vincenzo De Vivo (non vorremmo dare un dispiacere a Isotta ricordandogli che la carriera del giovane De Vivo iniziò alle calcagne di Francesco Siciliani, ed è proseguita alle calcagne di Giorgio Vidusso, dal che, dopo tali esperienze e credenziali - ' le calcagne di' - il grande salto a Bologna, con quel dilettante amatore di musica che è Stefano Mazzonis, messo lì da Pierferdinando Casini, ed ora solidamente ancorato al Teatro di Liegi). Lui la vorrebbe ancora in quell'incarico, mentre Isotta che conosce evidentemente bene la situazione del teatro della sua città, l'ha spesso criticata per incapacità e per scelte assolutamente indegne di un teatro di tale rilievo storico, fra cui la nomina del direttore musicale Luisotti, per Isotta non all'altezza della carica; per l'occasione persa di far tornare Muti; per la scelta ingiuriosa di fare un balletto sul 'Requiem' di Mozart ( nel mezzo c'e stata anche la idiota decisione di far vedere, proiettandole su grande schermo, le partite dei mondiali, in teatro, prima o dopo un concerto); e per aver avallato la scelta del direttore musicale di far pagare al teatro una costosa trasferta a Chicago dove egli ha un altro incarico, complice Nastasi, che ha riservato per l'occasione al teatro - di cui era stato fino a poco prima commissario - un contributo ministeriale per la trasferta.
Adesso Nastasi vorrebbe che la Purchia restasse a Napoli, nonostante che Lei sia stata indicata dal sindaco di Catania, Bianco, a sovrintendente del Teatro Bellini; la Purchia, in spregio alla designazione catanese, avrebbe proposto la sua ricandidatura al San Carlo e Nastasi spinge per la sua riconferma.
Sempre Isotta, con altri illustri colleghi ed esponenti del mondo musicale italiano, aveva firmato una petizione per la non riconferma di Girondini a sovrintendente dell'Arena di Verona. Il sindaco aveva fatto un bando pubblico per la successione a Girondini; si sono presentati una trentina di candidati, la rosa dei candidabili si è ristretta a quattro; e fra i quattro non c'è Girondini. Ora, da poco, s'è insediato il Consiglio di indirizzo presieduto da Tosi e sapete chi il consiglio ha indicato al Ministro per la carica di sovrintendente? Girondini. Ancora il Ministro non ha fatto la nomina, vero. Ma è evidente come vanno le cose.
Per Isotta e tutti quelli che la pensano come lui, sarebbe il terzo smacco, se la Purchia venisse rieletta e Girondini pure, e la Verdi affondasse nella palude dell'indecisione. Tutta colpa di Nastasi; ma questo non dovrebbe farlo desistere dalla denuncia.
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