L'università di Roma 2, Tor Vergata, ha oggi solennemente conferito a Antonio Pappano la laurea 'honoris causa' in Musica e Spettacolo, nell'auditorium intitolato a Morricone, alla presenza del rettore prof. Novelli e di molti altri docenti fra cui quelli di discipline musicali, da Sanguinetti ad Adamo alla Gialdroni, tutti schierati sul palco con la divisa accademica d'ordinanza.
In platea seduti alcuni volti noti, da Agostino Ziino, nella doppia veste di Accademico ceciliano e professore di Storia della Musica a Tor Vergata, al presidente onorario dell'Accademia - carica coniata di zecca non più tardi di qualche giorno fa, alla fine del suo mandato durato vent'anni; più di lui regna solo Elisabetta II - Bruno Cagli, qualche strumentista - neppure una decina - dell'Orchestra ceciliana, ed in rappresentanza del mondo intero lui, chi altri, Gianni Letta. Molti, troppi i posti vuoti del pur piccolo auditorium. Si è notata l'assenza del nuovo Presidente-sovrintendente dell'Accademia, Michele dall'Ongaro. C'era invece il m. Rizzari, assistente di Pappano e, nella fila avanti alla nostra, il direttore d'orchestra Marcello Bufalini, quasi sicuramente successore di Pappano a Santa Cecilia, come da più parti si va mormorando, quando il direttore anglo-italiano deciderà di lasciare, mentre Rizzari resterà assistente a vita dei direttori musicali dell'Accademia, visto che lo fa così bene.
La laudatio del nuovo dottore l'ha tenuta l'illustrissimo professor Sanguinetti, cattedratico di valore, il quale però ha sciupato buona parte del tempo a disposizione, raccontando cose che tutti sanno e cioè la carriera di Pappano: le onorificenze, i numerosi incarichi . Ma neanche una parola per identificare la particolarità della direzione e dell'interpretazione di Pappano che da uno come Sanguinetti ci si aspetterebbe. Ed invece ha letto ciò che di Pappano si legge in un qualunque curriculum. Bravo il nostro professore.
A seguire la lectio magistralis del nuovo dottore, una breve ma istruttiva master class con due cantanti a dimostrare che la fama di cui Pappano gode preso i cantanti è tutta meritata, perchè dell'arte del canto egli conosce tutti i segreti, le particolarità ed anche i trucchi. Li conosce da sempre, fin da quando ancora ragazzo aiutava suo padre, cantante e maestro di canto. Una meraviglia! Pappano, presentandosi, ha detto che era tenuto a fare questa lezione, perchè la laurea doveva meritarsela e non sapendo lui fare discorsi profondi si 'limitava' a fare una prova di canto. Più preziosa ed istruttiva di tante parole. Come di quelle, inutili, di Sanguinetti.
Poi la lettura della formula con la quale gli veniva conferita la laurea, in latino - ci è sembrato che Novelli, medico, conoscesse la lingua, ed anche gli accenti, ad eccezione di quando per ben due volte ha pronunciato 'academìa' , con l'accento sulla 'i', una preziosità inutile ed in disuso. Le foto di rito e l'omaggio musicale di un quartetto d'archi della sua orchestra.
Insomma tutto come doveva essere; tacendo della sala mezza vuota. Che ci ha fatto venire in mente la sala altrettanto mezza vuota della Sapienza al conferimento della laurea a Riccardo Muti, alla presenza del rettore, noto gaffeur, Frati - la formula lì fu letta da Piperno - con la differenza che il rituale a Tor Vergata per Pappano era perfetto, mentre alla Sapienza, per Muti, sembrava quello di una commedia recitata alla bell'e meglio in in teatrino di periferia. Quasi quasi offensivo.
Nessun commento:
Posta un commento