Napoli e Verona: due casi due tecniche due vincitori due diversi suggeritori. Stessi guai.
A Napoli l'ha avuta vinta Nastasi che ha riconfermato lui stesso la Purchia alla sovrintendenza, alla faccia di De Magistris che con la Purchia non ha rapporti neppure di buona creanza. Come sono i conti non sappiamo, tanto è sempre la stessa storia. A Napoli, Teatro San Carlo, c'è un Museo di fresca costituzione, un tempo curato dalle amorevoli mani della Giulietta Minoli in Nastasi, mentre ora non sappiamo che fine abbia fatto, e via dicendo. Ed un Museo, inutilissimo, anche Verona.
Dove agli stessi problemi, si risponde con diverso copione. Girondini, l'ex sovrintendente, voleva lasciare. Vero? Sembrerebbe di no. Anzi una protesta pubblica aveva chiesto, anche attraverso le pagine del Corriere, di metterlo a riposo, mentre le cronache idiote indirizzate a persone ritenute allocche, dicono che si è ricandidato dopo le insistenti richieste del suo già benefattore Tosi, sindaco, ed ora candidato alla Regione Veneto. Il CdI, nel quale il sindaco ha la maggioranza, ha fatto il suo nome al ministro, il quale lo ha rinominato. E Girondini, alla faccia di tutti quelli che l'hanno di fatto protestato, è ancora lì.
Uno si chiede: dateci una sola ragione per convincere anche noi che Girondini abbia i titoli per restare nonostante che tutti, per semplice invidia (?), lo avrebbero voluto mandare a casa. La prima più importante ed unica ragione è che è l'uomo di Tosi. E basta. Ma come va la gestione dell'Arena? A gonfie vele nel rosso. L'Arena? Non è possibile, con quella platea oceanica. Sì, ma circa il 6o% dei biglietti rimane invenduto e non per ragioni atmosferiche. Ecco perchè si parla di un buco di circa 40 milioni di Euro, alla stregua del teatro peggio gestito di Italia, e con una capienza talmente ridotta che ogni spettacolo diventa un costo.
Girondini, infine, pare sia indagato per due diverse inchieste che hanno naturalmente sempre a che vedere con l'Arena.
Alle accuse Girondini risponde che sì l'Arena è grande, ma ha anche grandi spese. Certo. ma probabilmente da parte della sovrintendenza c'è stata una continua eccessiva elargizione al personale che ora dovrà sottoporsi ad una cura dimagrante fortissima. E forse si ricorrerà, oltre che alle scenografie virtuali, anche alle comparse virtuali.
Anni fa si scoprì che la società che gestiva la biglietteria, faceva la cresta, tratteneva percentuali alte e pagava molto in ritardo. Va ancora così? Oggi si accusa Girondini per la società che gestisce le vendite in Arena: un caso analogo?
E poi c'è il Museo dell'Opera 'virtuale'. ormai non basta più neanche l'Opera reale. Il Museo che si chiama dispettosamente AMO ( Museo Arena Opera) è un monumento allo spreco. Qualcosa da spartire con quello del Teatro san Carlo? Spreco identico. Identica mangiatoia, a Verona comunale, a Napoli soprattutto ministeriale.
A Napoli come a Verona nessuno dei dirigenti dei due teatri crede nell'Opera, a Napoli si sfruttano i Mondiali di calcio, a Verona si pattina sul ghiaccio d'inverno, in uno spettacolo agghiacciante, presentato per la Tv da una matrona rosa confetto, assolutamente fuori luogo e fuori ruolo.
Così va la lirica in Italia dalla 'nordica' Verona alla 'sudica' Napoli.
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