Il papà di una giovanissima orchestrale della JuniOrchestra dell'Accademia di Santa Cecilia - una delle pochissime iniziative veramente innovative del'Accademia che, siamo sicuri, lascerà il segno, più dell'Opera Studio - prende carta e penna e scrive al 'Corriere della Sera', la cui direzione ritiene di dover mettere in grande evidenza la sua lettera. Perché anche un giornale, a differenza di Renzi e dei suoi ascoltatori, si rende conto che non si può andare a parlare di scuola, delle novità che il suo gabinetto intende apportarvi, fra le quali anche l'introduzione dello studio della musica, e poi fottersene di una orchestra di giovani, ben preparata e fatta venire apposta lì, per far vedere - ascoltare - che cosa anche i ragazzi possono fare se stimolati e ben educati.Il pubblico chiacchiera, si muove e qualche idiota urta i giovani strumentisti, come non si accorgesse neppure della loro presenza.
Renzi a questo evidentemente non ci arriva. Ma non possiamo fargliene una colpa, per lo meno non solo a lui; perché non è una novità in Italia, dove le istituzioni e coloro che le governano non hanno la benché minima infarinatura musicale, e perciò agiscono, di conseguenza, calpestando la musica che in tanti paesi è alla base dell'educazione dei giovani.
Ricordate la riunione del G8 che l'ex pianista da crociera, Berlusconi, volle a L'Aquila a seguito del terremoto, togliendola alla Sardegna dove aveva fatto costruire una cattedrale, ora ancora deserta, per ospitarlo? Beh, in quella occasione, la serata dell'arrivo dei capi di Stato e di governo si doveva concludere, come da programma e calendario, con un concerto, per il quale un'orchestra aquilana( Ist.Sinf. Abruzzese con il suo direttorino) s'era preparata e con essa alcuni noti solisti.
I capi di Stato e di governo furono accolti al loro ingresso nel sito della famosa Caserma da una lunga serie di marchingegni elettronici (olofoni), inventati da Michlangelo Lupone, che diffondevano i suoni degli inni nazionali, al passaggio dei capi di Stato, i quali inni si fondevano poi in una sinfonia di inni, alla fine del percorso. Ci par di ricordare che le cose andassero così.
Ricordiamo,invece, con precisione che l'orchestra ed i solisti attesero per molto tempo che i capi di Stato ed il loro seguito entrassero nel grande auditorium per dar via al concerto. Nessuno entrò, e dopo qualche ora di ritardo, l'orchestra con un pubblico raccogliticcio - fra il quale non c'era ovviamente il Berlusca, l'ex pianista da piano bar in crociera, - eseguì qualche frammento del programma previsto, per non andarsene muta come era entrata. Ecco cosa succede in Ialia.
Al contrario, quando si insediò il presidente americano, Obama, alla cerimonia venne invitato anche uno che si chiama Yo Yo Ma, il grande violoncellista; egli attento lo ascoltò mentre suonava.
Noi dagli stranieri non impariamo mai nulla di buono e se vogliamo imitarli, preferiamo imitarli nei vizi.
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