Tolto Carlo Fuortes
che il suo battesimo di idiozia l'ha giù avuto con l'insano progetto
della 'esternalizzazione' di Orchestra e Coro dell'Opera di Roma, per
mettere un freno allo strapotere dei sindacati; e che, seppure non in
teatro d'opera, ad eccezione della breve parentesi al Petruzzelli di
Bari, ma a Musica per Roma spa che è ben altra cosa, il mestiere
dell'amministratore lo faceva già e aveva costituito, per tanto
tempo, materia dei suoi studi; e tolto anche Pierangelo Conte, già
a capo della segreteria artistica della Fenice di Venezia,
che è ora passato a Firenze in veste di direttore artistico, con un
aggravio di responsabilità, ma per continuare a fare un mestiere che
ha imparato bene a Venezia; tutti gli altri componenti la nuova razza
padrona che si pavoneggia, negli ultimi mesi, nelle fondazioni
liriche, proviene dallo show - in Italia molto frequentato e diffuso
- dei 'dilettanti allo sbaraglio'.
Tutti sono debuttanti nel
rispettivo mestiere, di grande responsabilità per giunta, ma che
non hanno mai svolto prima. E tutto con la benedizione dei politici (
Ministero di Franceschini e Nastasi) che poi invocano ed esigono, a
parole, competenza e buona amministrazione.
Nicola Sani che ha
scalzato, per designazione del primo cittadino bolognese, Francesco
Ernani dalla poltrona di sovrintendente, per sedervisi lui, non ha
mai fatto, prima di Bologna, il sovrintendente di un teatro. Semmai
ha fatto il direttore artistico, prima a Roma e poi a Bologna,
chiamatovi nell'uno come nell'altro caso proprio da Ernani. Che egli
non ha ritenuto opportuno e conveniente salutare nel suo discorso
ufficiale di insediamento. Vatti a fidare di certi collaboratori, dei
quali ti accorgi ,quando non puoi più rimediarvi, che ti sei
allevata una serpe in seno.
Il discorso vale anche per
Oscar Pizzo che, a fianco di Carlo Fuortes ha fatto il giro
d'Italia, dando l'impressione che fosse una sua costola, ma molto più
navigato in musiche con elicotteri o in performances con centinaia
di metronomi ed altoparlanti o con esecutori atletici maratoneti,
ora occupa, sotto le ali protettive del grande Francesco Giambrone,
sovrintendente due volte, per volontà dello Spirito santo e del
Sindaco di Palermo, il posto di direttore artistico di un grande
teatro. Capirà di repertorio e di voci, trattandosi di un teatro
d'opera? Giambrone garantisce per lui, ma a noi ciò non toglie tutti i
dubbi.
Massimo Biscardi,
infine, che ha alle spalle numerose esperienze di direzione
artistica, soprattutto in quel di Cagliari, al fianco del 'pirata' - solo per via di quei capelli ricci e neri - Mauro Meli, spedito sulla
terraferma per i buchi prodotti nel bilancio del Teatro cagliaritano e poi tornato ancora sull'isola, sebbene
per poco tempo, ha ora la sovrintendenza del Petruzzelli di Bari,
ultima, in ordine di tempo, fondazione lirica italiana. Ma anche lui
il sovrintendente non l'ha mai fatto.
Ed allora sorge spontanea
la domanda. In caso di ammanchi, cattiva gestione, irregolarità, con
chi dovremmo prendercela? Con i nostri dilettanti o con chi li ha
messi lì ben sapendo che nei rispettivi ruoli erano debuttanti? E il
Ministero di Franceschini e Nastasi ancora una volta farà l'antico
gioco di chiamarsi fuori?
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