Il cambio del logo della città, l'ultima prodezza del sindaco Marino , sindaco di una città che è tutta una buca, che ce la sta mettendo tutta per far cancellare il nome di Roma dalle città con grande attrazione culturale - oltre che monumentale e storica, il che, per fortuna, non dipende da Marino - in un americano, ROME & YOU , da far sganasciare dalla risate fa il paio con la prodezza del suo predecessore che volle affibbiare al nome di Roma, la 'città eterna', l'aggettivo 'Capitale' , povero ingegnere a digiuno di storia e cultura!, per effetto del quale il Teatro dell'Opera di Roma , doveva aggiungere quell'aggettivo,'Capitale' proprio mentre finiva nella merda.
Dovi trovi Marino la faccia di far sapere ai Romani, assediati da ogni parte per le sue inefficienze, che ha avuto tempo e mezzi per cambiare il logo della città che in tutto il mondo, anche in America, dove lui un tempo 'operava', è Roma, non si capisce; e che, neanche nella più sconosciuta isola sperduta dove si parla una lingua improbabile, traducono in 'Rome'. Roma resta dappertutto e per sempre Roma, ed il suo simbolo resta la lupa che allatta i gemelli fondatori e le quattro lettere, iniziali delle latine parole Senatus PopulusQue Romanus. Questa è Roma, nonostante l'onta del povero Marino biciclettato, o stampellato. Mostrasse una sola volta altrettanta determinazione e velocità di decisione nelle cose che contano per la città, avrebbe almeno un motivo per restare su quella poltrona. Ma non ne ha.
Abbiamo letto, recentemente, manifesti affissi in tutta la città. 'La cultura cambia stagione : Roma d'inverno'. Che alluderebbero a quelle iniziative che lui e il suo assessore comunista di lungo corso, hanno messo in campo per sollazzare le periferie, negli stessi giorni in cui sempre l'assessore Marinelli - chiamata da Marino perchè gli serviva qualcuno che gli parasse i colpi ed anche altro che venivano da più parti, e Lei che per anni ha comandato all'assessorato alla cultura ai tempi di Veltroni e Borgna, era la persona giusta - comunicava che per tutte le associazioni che da anni hanno animato le Estati romane non c'erano soldi, e intanto, al massimo della confusione si faceva un bando ' nel caso si trovassero i soldi' che ,invece, per la cultura in periferia d' inverno si erano trovati.
Il bello è che, sempre negli stessi giorni, queste cose non le ha dette ai giornalisti del Corriere con i quali ha voluto fare il punto - per Lei positivo, ma nei fatti 'drammatico', anzi tragico' - sulla cultura a Roma, ma ad una giornalista del Messaggero che ha seguito l'onda della protesta dell'associazione 'I festival di Roma' che hanno scelto come portavoce la battagliera Carmen Pignataro, artefice de 'I solisti del teatro' da oltre vent'anni. Nella lunga chiacchierata pubblicata dal Corriere, più frequente di qualunque altro termine, era il verbo di berlusconinana eredità ed invenzione: '... che ci consentirà', che era come dire: ' arrangiatevi, non c'è trippa per gatti'.
Alla cultura, massimo vanto della città di Roma, non più di 'Rome', Marino ha tagliato le palle che tradotte in cifre vogliono dire una trentina di milioni di Euro, ma non ha distolto lo sguardo dalle nomine, per metterci ancora una volta dentro le persone che hanno ben servito la politica, e fatto danni alla società, in questi anni.
In una presentazione dell'opera di Papa Francesco che si tiene in Campidoglio questi giorni, introduce Valerio Toniolo, presidente amministratore e fondatore dell'associazione 'Buona Cultura' - un nome una garanzia dalle parti del Collegio Romano, lui è anche amministratore de 'I Borghi' srl 'che vuol dire AUDITORIUM CONCILIAZIONE, della famiglia Cesa, e tanto per restare in tema di sinergie, facendo nella commissione centrale del Ministero nel settore musica, come fa a non sostenere l'attività dell'Associazione 'Buona cultura'. Non è finita, dunque, la schifezza romana, dopo 'Mafia capitale'.
C'è anche la recente uscita sulla prostituzione di Marino, e ci sono anche le dimenticanze dell'assessore che non sa ancora se Fuortes si dimetterà dall'Auditorium ' la cosa non è stata ancora formalizzata'- ha detto; mentre invece Fuortes viene indicato come rappresentante di Musica per Roma nella Festa del cinema da rifondare, ogni anno, secondo la lungimirante visione della Marinelli, Giovanna per gli amici che dice bugie sul Teatro Valle che ad oggi non è ancora passato dal Demanio al Comune e perciò i lavori non sono neanche cominciati.
Insomma la confusione è grande. Dunque cambiamo logo.
Nessun commento:
Posta un commento