S'era lamentato qualche tempo fa il principe: si sono dimenticati di me. Il principe palermitano lamentoso è Gioacchino Lanza Tomasi, che dal 2006 non ha incarichi 'di vertice' e 'ben remunerati', due condizioni senza le quali egli non ha mai abbandonato la sua nobile dimora. Dagli anni Settanta a metà del Duemila, Gioacchino Lanza Tomasi s'è fatto il giro delle sette chiese dello spettacolo italiano, finendo, dulcis in fundo, dopo alcuni anni a capo dell'Istituto di Cultura italiano a New York, a guidare la Sovrintendenza del Teatro San Carlo di Napoli, da dove sarà costretto ad uscire per i bilanci non troppo in ordine, giacché arrivò il commissariamento ministeriale. Poi lo stesso Nastasi, commissario del Ministero, ma già anche allora direttore generale del Ministero, lo riabilitò pubblicamente dicendo che egli era stato un ottimo amministratore, al punto da volerlo nella 'Commissione centrale musica' del Ministero, la commissione, per intenderci, che dà pareri al ministro sulla qualità della programmazione delle istituzioni musicali, e su altri elementi in base ai quali vengono poi stabiliti i finanziamenti per ciascuna.
Una breve parentesi, prima di salire al ministero, per Lanza Tomasi che aveva avuto un incarico siciliano, al Teatro Bellini di Catania, quello di consulente per i 'grandi eventi'- grandi spese. Destino davvero singolare: il ministero che commissaria un teatro, dimettendone il sovrintendente, è lo stesso ministero che riabilita e promuove il sovrintendente fatto dimettere. Ed è lo stesso ministero che, ancora, ascoltato l'accorato appello del principe, che si sente messo da parte, lo rimette in gioco, alla bella età di 81 anni. Insomma dall'inizio degli anni Settanta e fino a metà degli anni Duemila, il principe non era stato fermo un solo giro: finito un incarico ne aveva avuto un altro. Si comprende perciò la maraviglia del principe dopo che da alcuni anni è senza lavoro e deve mantenere una dimora costosissima, come da quando lo conosciamo va lamentando. A Palermo Orlando non ha ritenuto di rimetterlo in sella al Teatro Massimo, preferendogli il più ossequioso ed aitante Giambrone, ed ancora una volta Lanza Tomasi è rimasto a bordo campo.
Poi, quando non ce l'ha fatto più, ha sbottato. 'Si sono dimenticati di me'. Chi si sarebbe dimenticato di lui, oltre il suo partito che per quasi quarant'anni gli ha garantito sempre posizioni di vertice e ben remunerati?
La sorpresa, assieme alla notizia, l'abbiamo avuta oggi, leggendo una sua intervista sul Messaggero, nella quale egli traccia le linee programmatiche della sua sovrintendenza che il ministro ha firmato durante le vacanze di fine anno, quando tutti pensano ad altro.
Nel corso dell'intervista firmata dalla sempre ottima Rita Sala - non è la stessa giornalista che aveva firmato anche la precedente a Lanza Tomasi nella quale egli si lamentava di essere stato messo da parte. Era stato Antonio Gnoli di Repubblica a raccogliere la confidenza del Gioacchino disperato, pubblicate il 12 ottobre 2014 - la giornalista scrive che Lanza Tomasi per fare il sovrintendente dell'Inda, viene letteralmente 'STRAPPATO ai suoi studi ed alla scrittura. E lo conferma anche l'intervistato, il quale dichiara che tale nomina è piovuta a ciel sereno, e che lui non se l'aspettava affatto. Ma il comunicato del Ministero non dice testualmente che, fra i tre nomi - che non siamo riusciti a capire quali siano - segnalati dal Consiglio di amministrazione dell'Istituto Italiano del Dramma Antico di Siracusa ( Inda) - il Ministro aveva scelto il principe? A SUA INSAPUTA, una modalità assai in voga di questi tempi, perchè non si addice ad un principe mendicare un incarico.
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