Marinelli, l'assessore alla cultura capitolino, manda anche in periferia quelle star - le chiamano così anche quando durano il passaggio di un giorno all'orizzonte - che le periferie già si godono davanti agli schermi televisivi. Mai che si pensi ad altro. Meno male, verrebbe da dire, quando si sente lo stesso assessore con l'accompagnamento 'dal basso' del sindaco Marino, che vorrebbe portare anche lo spettacolo alto e l'opera in periferia - come hanno dichiarato qualche settimana fa, senza dirci per quale ragione, oltre quella di pagare agli artisti implicati qualche indennità di trasferta, per arrotondare gli stipendi che, dai recenti accordi all'Opera di Roma, sono stati ritoccati al basso.
Vogliono apparire ad ogni costo missionari della cultura, evangelizzatori verdiani o rossiniani, senza che nessuno glielo abbia chiesto, e forse anche senza che ve ne sia bisogno, impegnandovi forti somme che naturalmente devono togliere ad altri settori. Come è puntualmente accaduto nelle medesime settimane degli annunci 'pro periferie', quando hanno fatto cadere la loro mannaia sulle biblioteche che non servono a nessuno oltre che a mettere un pò di sale in zucca ai cittadini, e su Zétema, che loro stessi hanno creato affidandole il compito di 'strumento' di realizzazione dei loro progetti culturali e di spettacolo. Si taglia al centro per dare alle periferie. Ignorando o facendo finta di ignorare che i problemi delle periferie non si risolvono portandovi degli strilloni e delle storie patetiche del melodramma che forse interessano a pochi, mentre interessano a tutti gli abitanti delle periferie che si risolva il problema del degrado urbano che sempre più di frequente emerge, nonostante la vigilanza assoluta del potere , complici i mezzi di informazione amici, dei campi nomadi e delle case di accoglienze per stranieri. Questi sono i problemi che Marino e la Marinelli devono risolvere, e che non si risolvono portandovi lo spettacolo che abbiamo detto.
Sempre in tema di spettacolo, azzeramento dei vertici della Festa del Cinema di Roma; accade quasi ogni anno, più di frequente dei cambi di colore al vertici del Campidoglio. Ora tutti fuori. Per la presidenza si fa il nome di Croppi, Bettini non è in lizza, e per la direzione artistica quello di Freccero che nelle ultime settimane è candidato a tutto, perché - come si deduce dalle sue partecipazioni giornaliere ad ogni tipo di trasmissione - sa di tutto e può fare anche tutto, perfino il Presidente della repubblica, se non ci fosse stato quell'usurpatore di Mattarella, complice Renzi.
A proposito, infine, del Presidente della repubblica, abbiamo scoperto, leggendo i giornali questi giorni, che nello staff del Quirinale, esiste anche un consigliere 'per la cultura'. Auguriamo al Presidente che gli dia buoni consigli ammesso che abbia a chiederglieli. E, quanto meno, che intervenga in detti settore, almeno quanto ha fatto il suo predecessore Napolitano che, per la CULTURA si è speso tante volte, più di qualunque suo altro predecessore, con forza e convinzione, anche se non possiamo dire con altrettanti risultati concreti, visto che in Italia domina la convinzione che 'con la cultura non si mangia' - che non è vera - mentre più vero è che 'la cultura se la stanno mangiando'.
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