Il Corriere della Sera di qualche giorno fa celebrava l'ascesa al trono di re Michele, insediatosi, per acclamazione , nel regno della Musica di santa Cecilia, dichiarando allo stesso tempo che non c'era principe migliore di Michele, per succedere a re Bruno, che non ha abdicato, ma si è dimesso
volontariamente sotto il peso degli anni e delle responsabilità. Per compensarlo di tanto senso della 'monarchia' verrà quasi sicuramente da re Michele proclamato 'padre della patria e re emerito onorario a vita'.
Ma il 'Corriere' nel cantare 'viva il re' ha ricordato al neoeletto ed a noi tutti che un tempo la 'Roma della Musica' aveva una regina, la regina Adriana, della nobile famiglia 'Panni' che, senza eccessivi clamori, aveva regnato per molti decenni, aveva arricchito il suo regno con nuovi acquisti e alla musica nel suo regno aveva dato il peso che merita.
Quel suo regno oggi mostra i segni della decadenza e non per colpa dell'ex re Bruno o del neoeletto re Michele, i quali al cospetto della regina madre sembrano dei reucci. La colpa, prosegue il Corriere, è soprattutto del regno vicino che ha allargato i suoi confini fin quasi a limitare, senza colpa, quelli della regina.
Ma c'era bisogno di ricordare a noi ed a re Michele che un tempo la 'Roma dell Musica' aveva una regina? Proprio no, perchè sia re Bruno che re Michele provengono, per formazione ed educazione al comando, proprio dal regno di Adriana l'amabile, la folle, la quale ha regnato senza contendenti e, alla sua morte, ha lasciato il suo regno nelle mani fidatissime dei suoi figli, mentre quand'era ancora in vita, prevedendo l'attitudine al comando del futuro re Bruno, lo eleggeva a ministro della Corona. Anche re Michele deve tanto alla regina madre Adriana, perchè anch'egli, prima di salire al trono di santa Cecilia faceva parte del 'Consiglio della corona' del regno che fu di Adriana e forse continuerà a farne parte, per senso di responsabilità.
Prima dei tanti re nella 'Roma della Musica', una volta c'era la regina assoluta Adriana. E' bene non dimenticarlo.
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