Dall'Opera di Roma giunge il seguente comunicato:"Il
Concorso biennale 2013/2014 per giovani compositori - bandito dal
Teatro dell’Opera di Roma al fine di valorizzare e portare in scena
nuovi artisti della musica contemporanea con titoli mai rappresentati
ed ispirati alla città di Roma - ha visto in questi giorni la
conclusione della prima parte del percorso di premiazione con la
selezione di tre progetti drammaturgici: Radio
Città Eterna,
musica e libretto di Luca Antignani; L’amore
oscuro – Tosca raccontata da Scarpia,
musica di Andrea Manzoli, libretto di Sandro Naglia; Un
romano a Marte, musica
di Vittorio Montalti, libretto di Giuliano Compagno. A breve prenderà
il via la seconda fase del concorso che prevede l’incontro dei
finalisti, per discutere il proprio progetto, con tre advisor: un
compositore, un librettista e un regista. La conclusione degli
incontri vedrà infine la 'nomina' della composizione vincitrice".
Passando sopra quel bell'esempio di idiota 'inglesismo', che sa tanto di televisione, nell'ultima riga, il comunicato rende noto che quel concorso di composizione bandito ormai troppo tempo fa, la cui commissione, presieduta da Riccardo Muti, non era riuscita a riunirsi per assenza del maestro, è giunto alle battute finali. Quasi. Anche se non ci dice da chi tale commissione era composta, e se Muti era rientrato o era stato, come è più probabile, sostituito.
Dal comunicato si viene a sapere che, tranne Luca Antignani, gli altri due 'segnalati ' - 'nominati' secondo il comunicato - sono, da quel che ne sappiamo, facce nuove: Andrea Manzoli e Vittorio Montalti. I tre compositori, per pura coincidenza, sono editi da Suvini Zerboni. E che c'è una ulteriore fase di selezione dei tre 'progetti drammaturgici' segnalati, che si concluderà - quando, ce lo faranno sapere - per la 'nomina' definitiva, con l'esame dei tre progetti da parte di un compositore, un librettista ed un regista.
Per caso il compositore sarà uno della commissione? Alessio Vlad, il più competente? Non potevano decidere prima? O forse si ricorre a questo altro stratagemma per la conclusione del concorso, proprio perchè i pareri della commissione erano troppo diversi?
L'ennesimo pasticcio del Teatro dell'Opera di Roma Capitale, retto dal sovrintendente Carlo Fuortes.
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