In una lettera inviata al direttore del Corriere della Sera che qualche settimana fa aveva già ospitato un articolo di Paolo Isotta a sostegno della campagna di solidarietà per la bella orchestra milanese che versa ancora in una ingiusta situazione per colpa del ministero di Franceschini ('mezzo disastro') e, soprattutto, di Nastasi (grande e grosso), Luigi Corbani che dagli esordi regge le sorti della Verdi lancia l'ennesimo grido di denuncia nei confronti di chi, a cominciare dal Ministro - che pure in questi giorni ha assicurato che risolverà il problema non alla maniera di Rutelli che, molti anni fa, dopo rassicurazioni se ne è fottuto - ha lasciato insoluto il problema delle sovvenzioni all'orchestra.
Corbani ricorda come il FUS venga ingoiato per metà dalle Fondazioni lirico-sinfoniche del nostro paese, che Veltroni trasformò in fondazioni di diritto privato, seppure finanziate per la maggior parte dallo Stato e che non sono ancora riuscite, salvo qualcheduna, a rendersi autonome, in parte, per le entrate, cercando sponsor, aumentando la produzione, tenendo alta la qualità e stimolando con varie iniziative il botteghino.
Quasi nessuna è riuscita a farlo, salvo rare eccezioni, mentre la Verdi ha improntato tutta la sua attività a questi sani principi di gestione, anche di un ente culturale. Ma nonostante questo agire virtuoso, nessun ministro, da vent'anni a questa parte, ha risolto il problema delle sovvenzioni all'orchestra milanese, che si è dotata di un suo auditorium, che ha una produttività altissima e che , prima di ogni altra cosa, riscuote il favore e l'affetto di migliaia di cittadini, dei quali oltre centomila hanno sottoscritto l'appello al quale facevamo cenno sopra.
Paolo Isotta in quel suo duro attacco all'insensibile ministero faceva cenno a realtà italiane che negli anni sono state bellamente foraggiate da Nastasi, toccando addirittura uno dei festival- e non solo quello - che fa capo ad una signora che è moglie del suo miglior amico. Con nome e cognome. Cristina Mangiavillani, sposata Muti. E il riferimento era al Festival di Ravenna.
Ora Franceschini deve risolverlo questo problema, sconfessando e condannando l'assenza di fatto di Nastasi che, evidentemente, non ha avuto mai a cuore le sorti della musica e di quella bella orchestra, quanto quella di festival ed istituzioni di amici degli amici e del posto di lavoro della sua mogliettina, Giulia Minoli, infilata in pianta stabile al Teatro San Carlo di Napoli proprio da lui, come la cosa più naturale al mondo da parte di un direttore generale dello Spettacolo dal vivo del Ministero della cultura.
Attendiamo una risposta concreta immediata e risolutiva da Franceschini. Cosa fare lo sa anche lui, perchè è da quasi vent'anni che se ne parla e si propongono le soluzioni più idonee che riconoscono i meriti ed i diritti conseguenti dell 'Orchestra milanese. La quale se dovesse chiudere per l'assenza di fatto di 'mezzo disastro' e di 'grande e grosso', verrebbe da chiedersi che esiste a fare il Ministero che, in tempo di crisi, piange sempre miseria, mentre trova i soldi per entrare nella fondazione del Festival del Cinema di Roma, sulla cui futura sorte non si hanno ancora idee chiare. Inventato da Veltroni sindaco, ha come maggior 'azionista' il Comune di Roma, nella cui Commissione 'cultura' siede sullo scranno di presidente, la bella moglie del ministro, Michela De Biase. Il messaggio è chiaro!
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