Si è svolto in questi giorni a Roma, alla Sala Casella dell'Accademia Filarmonica, una singolare masterclass sul 'repertorio operistico italiano' tenuta da Angelo Gabrielli, diplomato in sassofono, ma da sempre più agente che musicista, prima con Adua Pavarotti nella storica agenzia di famiglia del grande tenore suo marito, 'Stage Door' e , poi, dopo la separazione, titolare di un'altra agenzia tutta sua. Ora con quali competenze può parlare di repertorio operistico italiano se egli non ha mai aperto bocca neanche per una nota, neppure falsa? E allora, chi della Filarmonica gli ha affidato la masterclass che si conclude proprio oggi con un concerto, nel quale sfilano giovani promesse del canto in Italia ( della sua agenzia?).
Gabrielli di mestiere fa l'agente e perciò a giovani cantanti potrebbe semmai spiegare come muovere i primi passi nel mondo della professione; anche se la cosa sarebbe imbarazzante, perchè costretto a spiegare quale è il mestiere dell'agente che , in linea di massima, gli agenti non fanno, e cioè tenere le orecchie tese, ammesso che sappiano carpire le qualità di una voce, per sentire dove stanno nascendo i cantanti di domani, magari facendosi aiutare, con segnalazioni, da maestri di canto riconosciuti, o prendendo nota dei vincitori di concorsi internazionali prestigiosi, per poi costruire, lentamente e senza passi falsi ( ammesso che anche in questo caso siano capaci di consigliarli) una effettiva carriera, per i giovani.
Ma questo gli agenti solitamente non fanno. Perché a loro dell'avvio alla carriera di giovani musicisti non fotte quasi nulla, se non vedono che il giovane ha già impegni di rilievo nella sua agenda concertistica. Gli agenti intervengono dopo come uccelli rapaci pronti a levare a quei volatili in procinto di spiccare il volo, il cibo di bocca, promettendo chissà quali azioni di sostegno che poi non fanno. Questa è la realtà. Nessun giovane, pur di valore, troverà mai un agente disposto a prendersi cura di lui, se prima quel giovane non si sa fare strada da sè, arrivando all'agente già con un paniere ricco di frutti. La storia ce lo insegna e noi lo sappiamo bene per averne avuto notizia diretta da tanti bravi giovani musicisti che non riescono a trovare mai in Italia un agente che si prenda cura di loro.
E perciò cosa può insegnare ad un giovane musicista, un agente che - nella quasi totalità dei nostri agenti, che conosciamo da anni - non sa fare il suo mestiere?
E' forse per questo che si mette a fare il maestro di repertorio.
Non so se un agente possa fare musica o se un musicista possa fare l'agente. Quello che mi sembra banale e superficiale è tracciare divisioni nette sulla base di categorie preconcette. Nel caso specifico l'agente in questione ha suonato in orchestre importanti ed è un musicista a tutto tondo. E' stato scelto da Pavarotti per la sua competenza musicale e ha avuto sempre come scopo principale la promozione di giovani talenti ascoltati nei concorsi, al loro assoluto debutto, per i quali ha puntato prendendosi spesso dei rischi. Sono un cantante che ha fatto carriera grazie alla capacità di Gabrielli di individuare il talento e di aiutarlo a crescere con preziosi consigli, frutto della sua competenza di musicista e di talent scout.
RispondiEliminafelice di apprendere che esistono casi, come il suo, in cui l'agente fa il suo mestiere.
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