Pino Daniele è morto, colpito da un infarto ed anche dalla sfortuna che ha consigliato, a lui ed ai suoi, di trasferirlo in macchina dalla sua residenza toscana a Roma, che nel corso del viaggio gli ha bucato una ruota , facendolo arrivare praticamente cadavere all' Ospedale Sant'Eugenio, dal suo cardiologo di fiducia che ha curato il cantautore per molti tanti, avendo egli seri problemi cardiaci.
Ora però riposi in pace. Lasciamolo riposare.
Ieri la solita carovana di profittatori che ne hanno fatto il più grande musicista del secolo, l'emblema della napoletanità, l'uomo mite e buono. Insomma Pino Daniele 'santo subito' ed intitoliamogli anche una strada, una piazza, un teatro e magari anche il Palazzo reale di Napoli.
Nei soli giornali che abbiamo letto - come si fossero messi d'accordo - quattro intere pagine su ognuno ( Repubblica, Corriere, Messaggero) che fanno dodici pagine - una buona metà inutili; e, in due dei tre anche una ripresa sulle pagine locali per raccontare il suo rapporto con i cittadini romani. Naturalmente non abbiamo letto nè Il Mattino di Napoli e neppure il Corriere del mezzogiorno che, immaginiamo, ieri si saranno presentati ai lettori con numeri quasi monografici.
Poi l'annuncio dei funerali al Santuario del Divino Amore, a Roma, la città che aveva scelto per vivere, oltre la Toscana, dopo l'abbandono di Sabaudia e prima ancora di Napoli; l'offesa per Napoli dove ieri sera - sono notizie di oggi - s'è svolta a Piazza del Plebiscito una manifestazione spontanea di cittadini - e l'annuncio del secondo funerale, in una basilica napoletana. Per Pino daniele uno era troppo poco.
Dopo la sepoltura o la cremazione. E basta. Per carità basta con Pino Daniele. Riposi in pace. E a noi risparmiateci ancora ulteriori pagine sulla sua vita e le sue canzoni. Neanche per Beethoven.
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